16 giugno 2025

Floribert Bwana Chiu è Beato: un giovane africano, testimone di speranza per il mondo


Comunità di Sant'Egidio - Un grande applauso si è levato nella Basilica di San Paolo fuori le Mura quando il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le Cause dei Santi, ha letto la lettera apostolica con cui papa Leone XIV ha proclamato beato Floribert Bwana Chui, giovane congolese della Comunità di Sant’Egidio, ucciso a soli 26 anni per essersi rifiutato di far passare alla frontiera tra la Repubblica Democratica del Congo e il Ruanda un carico di riso avariato.

Floribert è il primo martire africano ucciso a causa della corruzione: la sua memoria liturgica è stata fissata all’8 luglio, giorno della sua morte. La celebrazione della beatificazione, tenutasi a Roma per le precarie condizioni di sicurezza a Goma, sua città natale, è stata presieduta dal cardinale Semeraro e concelebrata da mons. Willy Ngumbi, vescovo di Goma, dal cardinale Fridolin Ambongo, arcivescovo di Kinshasa, e da numerosi vescovi congolesi.

Centinaia di rappresentanti delle Comunità di Sant’Egidio provenienti dal Congo e da altri paesi africani – tra cui Benin, Burundi, Costa d’Avorio, Malawi, Mozambico, Senegal e Togo – sono giunti a Roma per partecipare alla beatificazione e hanno ricevuto il saluto del Papa durante l’Angelus.

Nell’omelia, il cardinale Semeraro ha ricordato Floribert come un giovane fedele laico della Chiesa di Goma e membro responsabile della Comunità di Sant’Egidio, totalmente aperto all’amore di Dio, che lo ha plasmato fino a orientarne in profondità ogni scelta. “In ogni occasione della vita – ha detto – Dio era il suo riferimento. Una prova concreta è la sua Bibbia, oggi custodita a Roma nel Santuario dei Nuovi Martiri a San Bartolomeo all’Isola, segnata dalle tracce di una lettura costante”.

Il cardinale ha poi citato una frase del beato: “Tutti hanno diritto alla pace nel cuore”. Un’affermazione che risuona con particolare forza in un tempo segnato dalla violenza, in Congo come nel mondo. “Se oggi celebriamo qui in Roma la sua beatificazione – ha osservato Semeraro – è perché, purtroppo, a Goma mancano ancora le condizioni di sicurezza. Floribert, del resto, sognava un giorno di poter fare un pellegrinaggio a Roma: in qualche modo, questo desiderio si compie spiritualmente oggi”.

“Preghiera, poveri, pace! – ha proseguito – Il nostro Beato cercava tutto questo nel clima teso della sua città. Non voleva la guerra e sognava di unire i giovani come in una famiglia. Per questo si era impegnato con Sant’Egidio, perché – diceva – ‘mette tutti i popoli alla stessa tavola’. Sognava di essere uomo di pace per contribuire alla pace della sua terra che tanto amava. Oggi facciamo nostra la sua aspirazione a un Congo in pace, raccolto attorno alla stessa tavola come una famiglia”. [CONTINUA]

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