24 maggio 2025

Vaticano. Un papa dalla parte dei lavoratori.


Sembrerebbe archiviata all'era della spending review in Vaticano un'era in cui per volontà del Papa Francesco la parola d'ordine era diventata "tagli". Tagli al personale, tagli agli sprechi, tagli ovunque, anche lì dove il lavoro necessitava di personale qualificato. Tutto ciò che sembrava in eccesso veniva tagliato o considerato uno spreco nel nome di una povertà a volte un tanto ostentata. 

Potrebbe finire qui l'era dei tagli e forse ne è un segnale il fatto che papa Leone XIV abbia ripristinato il cosiddetto "bonus conclave" che Bergoglio aveva prontamente eliminato per creare un fondo dedicato ai poveri. 

Oggi papa Leone ristabilisce il bonus per la gioia dei dipendenti vaticani che ancora ricordano (non tutti con piacere) l'imposizione del vaccino da parte di papa Francesco durante gli anni del covid per poter mantenere il lavoro in vaticano. Francesco infatti mantenne una linea durissima nell'obbligare i dipendenti a sottoporsi alla vaccinazione: un atto "d'amore", assicurava mentre minacciava sanzioni e licenziamenti. 

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Franca Giansoldati (Il Messaggero) - Sorpresa (gradita) per gli oltre 4000 dipendenti vaticani. In busta paga si sono ritrovati 500 euro in più, il famoso bonus "conclave" che Papa Francesco aveva deciso di abolire nel 2013, spiegando che quei denari sarebbero serviti ad alimentare un fondo a favore dei poveri. Con l'arrivo di Leone XIV quella tradizione che andava a compensare a titolo forfettario gli straordinari e il lavoro fatto da tanti lavoratori durante la Sede Vacante è stata ripristinata. Un dono del nuovo pontefice deciso nonostante le casse d'Oltretevere siano al verde. 

Significativo, poi, che la notizia di questa "regalia" pontificia sia arrivata alla vigilia dell'udienza alla Curia e ai dipendenti, prevista per domani mattina nell'Aula Paolo VI dove Prevost farà un lungo discorso tracciando le linee del suo cammino. In ogni caso un segnale di distensione che arriva dopo anni di tensioni interne, carenza di interlocuzione tra i lavoratori e tanti vertici dei dicasteri e persino un clima che era diventato sempre più pesante.

Prima dell’elezione del nuovo Pontefice, durante gli incontri delle Congregazioni Generali dei Cardinali, era stato dato rilievo al deficit della Santa Sede ammontante a 70 milioni. L'associazione dei dipendenti, una sorta di sindacato interno, con molto garbo aveva fatto notare che non era possibile analizzare nel dettaglio quel risultato negativo a causa della scarsa trasparenza riscontrata in diversi passaggi della riforma economica portata avanti da Francesco. «Ad ogni modo, la prima domanda che salta alla mente è: siamo sicuri che la chiusura della Prefettura per gli Affari Economici della Santa Sede, sancita dal motu proprio “Fidelis dispensator et prudens” (2014), abbia lasciato il passo a una riforma economica vincente? Da quanto si legge, si direbbe di no.


 [CONTINUA]

1 commento:

  1. Questo blog è più interessato a criticare Papa Francesco che a riferire su questioni ecclesiali.

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