Franca Giansoldati (Il Messaggero) - In questo momento storico serve un surplus di etica, buona e sana politica, decisioni multilaterali, ricerca del bene comune: il messaggio di Papa Francesco davanti ai capi delle nazioni del G7 si muove su diversi piani e lega argomenti differenti partendo dalla sfida antropologica e scientifica più importante che si affaccia all'orizzonte, lo sviluppo dell'Intelligenza artificiale. E spiega subito perché: «non possiamo permettere a uno strumento così potente e così indispensabile di rinforzare il paradigma tecnocratico, ma anzi dobbiamo fare dell'intelligenza artificiale un baluardo contro la sua espansione» evitando che siano gli algoritmi a decidere se «togliere la vita a un essere umano». Quando parla di paradigma tecnocratico – concetto assai presente nella sua predicazione – fa riferimento al rischio di imporre modelli antropologici, socio-economici e culturali uniformi portatori di «una visione totalizzante del mondo» dominata dai pochi che detengono il potere.
Da qui suggerisce due strade, la prima riguarda la messa al bando delle cosiddette armi letali autonome, nate dall'applicazione dell'IA agli armamenti, poiché nessuna macchina - dice - «dovrebbe mai scegliere se togliere la vita a un essere umano».
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