Marco Bernardoni (Settimana News) - È uscito lo scorso mese di giugno l’ultimo saggio sul ministero ordinato di Giovanni Frausini, docente di Teologia sacramentaria presso l’Istituto teologico marchigiano, con la presentazione di Erio Castellucci, vescovo di Modena e vice presidente della Conferenza Episcopale Italiana, teologo particolarmente attento al tema del ministero.
Nella presentazione si legge: «La ricerca si colloca pienamente sulla scia del sinodo, entrando nelle maggiori questioni che affronta oggi la Chiesa nel mondo. Sono questioni di carattere teologico, come la fondazione del ministero ordinato nella sua tripartizione e nella sua relazione con tutti i battezzati; questioni di carattere spirituale, come lo sviluppo delle tipologie ministeriali nella storia o la relazione tra celibato e presbiterato; questioni di carattere pastorale, come il sovraccarico di compiti sui parroci, la moltiplicazione delle messe e delle celebrazioni “in attesa di presbitero” o le forme di vita comunitaria dei ministri ordinati (preti e vescovi).
Con uno stile spigliato e talvolta ironico, senza lesinare aneddoti anche personali, l’autore mette a frutto, da una parte, la sua personale esperienza di presbitero e di medico psicologo clinico e, dall’altra, la sua ormai pluridecennale frequentazione della letteratura teologica e pastorale su tali argomenti. Si rende necessaria, a suo dire, una revisione strutturale dell’attuale iter di preparazione al ministero presbiterale, che superi la forma del “seminario” e istituisca percorsi che integrano meglio la dimensione teologica, spirituale e “collegiale” con un’esperienza viva di comunità cristiana, missione e servizio».
Un ministero che muta
Se la società e la comunità cristiana sono profondamente mutate, necessariamente anche il ministero muta, perché esiste una profonda connessione tra queste realtà.
Il ministero ordinato è stato visto nei secoli in molti modi: dal servizio alla Chiesa, Corpo di Cristo, dei Padri, al servizio al Corpo di Cristo che è l’eucaristia, nel Medioevo. Da allora fino ad oggi la differenza tra ministri ordinati e laici è stata interpretata con l’agere in persona Christi dei ministri ordinati. Ma con l’insegnamento del Concilio sulla liturgia, che vede tutta la Chiesa partecipe dell’azione rituale, agire unita a Cristo, come suo corpo, siamo costretti a ripensare la distinzione tra ministri e laici. [CONTINUA]

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