10 luglio 2025

Polinformazione: principio di schiavitù generale e di riduzione dell’uomo ad apparecchio

 


Don Marco Begato (Osservatorio Van Thuan) - Un recente articolo del dott. Robert Malone è utile per riflettere sulla qualità dell’informazione e sui paradossi che essa rappresenta nel nostro tempo (su Substack). Farò solo alcuni cenni utili a inquadrare la questione.

Malone è uno scienziato, pioniere della tecnologia MRNA, che ha sostenuto una forte campagna antagonista durante tutto il periodo delle vaccinazioni anti-Covid, che erano basate appunto su tecnologia MRNA. Questo suo schieramento gli ha meritato su Wikipedia e altrove l’accusa di fare cattiva informazione. Oggi Malone è stato chiamato nella task force del Ministro della Salute R. F. Kennedy Jr. come membro di un ristretto e importante pool di medici ed esperti di salute. Come è possibile che un esperto di livello scientifico e politico tanto alto, sia passibile dell’accusa di disinformazione?

In tale contesto nasce la riflessione di Malone.

Più precisamente Malone prende in analisi tre termini apparentemente sinonimi: misinformation, disinformation e malinformation. Vista la specificità di queste parole, delle quali non conosco l’equivalente in italiano corrente, le citerò in lingua originale.

Come breve nota storica, notiamo che il termine misinformation è attestato fin dall’Età moderna, sebbene abbia trovato un uso rinnovato dal secondo Dopo Guerra e in particolare con lo sviluppo della rete negli anni Ottanta; disinformation risulta derivato intorno al 1920 dal russo dezinformatsiya; malinformation invece è vocabolo di recente conio, apparso nel 2017.

Qual è la differenza tra i tre nomi?

Misinformation è una informazione errata, senza volontà intenzionale di inganno. Viene usato nel contesto delle fake news e dei social media. La sua caratteristica principale è il fatto di portare contenuti che differirscono dalla narrativa approvata. Il termine misinformation non dice molto circa la verità o anche solo la qualità di una informazione, quanto circa la pervasività del controllo politico sulla circolazione delle teorie.

Disinformation implica un inganno deliberato. Sviluppato, si diceva, in ambito sovietico, tale vocabolo indica lo sforzo deliberato di diffondere una falsa informazione per fini strategici. Ha a che vedere quindi con tecniche di propaganda e manipolazione dell’informazione pubblica. Compare nell’ascesa del Comunismo, cresce in periodo di guerra fredda e non pare per nulla esser retrocesso nell’epoca dell’Infosfera attuale: a buon intenditor! La disinformation è insomma una sorta di misinformation però deliberatemente diffusa per scopi politici. Il termine dice dunque di una informazione oggettivamente falsa, errata o almeno confusa, nonché della potenza politica con la quale essa viene diffusa a danno degli utenti. [CONTINUA]

Nessun commento:

Posta un commento

Il tuo commento

Articoli più letti