08 luglio 2025

Collegialità apostolica e “mentalità sinodale”: papa Leone comincia a rimettere le cose a posto.


Leonardo Lugaresi (blog) - Suggerisco di prestare attenzione a questi due passaggi ‘strategici’ dell’importante discorso che papa Leone XIV ha rivolto ai vescovi italiani, convocati in San Pietro il 17 giugno.

(Qui il testo integrale) La prima affermazione di sostanza che il papa ha voluto fare – dopo i saluti e i ringraziamenti iniziali, in cui comunque spicca ancora una volta quel tratto ‘tradizionale’, felicemente incline a raccordare continuamente la parola dell’attuale pontefice con quella dei suoi predecessori, che ho già rilevato come un elemento caratteristico del suo ‘stile’ (qui) – è la seguente: «Nell’esercitare il mio ministero insieme con voi, cari fratelli, vorrei ispirarmi ai principi della collegialità, che sono stati elaborati dal Concilio Vaticano II. In particolare, la Costituzione Lumen gentium sottolinea che il Signore Gesù costituì gli Apostoli “a modo di collegio o ceto stabile, del quale mise a capo Pietro, scelto di mezzo a loro” (n. 19). È in questo modo che siete chiamati a vivere il vostro ministero: collegialità tra voi e collegialità con il successore di Pietro».

A conclusione del suo discorso, dopo aver indicato ai vescovi le priorità pastorali che devono ispirare la loro missione («annuncio del Vangelo, pace, dignità umana, dialogo»), Leone ha rivolto loro tre esortazioni, la prima delle quali riguarda l’unità. «In primo luogo: andate avanti nell’unità, specialmente pensando al Cammino sinodale. Il Signore – scrive Sant’Agostino – “per mantenere ben compaginato e in pace il suo corpo, così apostrofa la Chiesa per bocca dell’Apostolo: Non può dire l’occhio alla mano: non ho bisogno di te; o similmente la testa ai piedi: non ho bisogno di voi. Se il corpo fosse tutto occhio, dove l’udito? Se il corpo fosse tutto udito, dove l’odorato?” (Esposizione sul Salmo 130, 6). Restate uniti e non difendetevi dalle provocazioni dello Spirito. La sinodalità diventi mentalità, nel cuore, nei processi decisionali e nei modi di agire» (il corsivo è mio).

La collocazione di questi due richiami, non a caso posti uno all’inizio e l’altro alla fine del discorso, con la combinazione di collegialità e sinodalità che ne deriva, mi pare che voglia trasmettere un messaggio forte e molto significativo. [CONTINUA]

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