Today - Entrato in conclave come favorito, con un pacchetto iniziale di voti che lo rendeva il primo nome papabile, almeno secondo le previsioni dei vaticanisti. Ma si sa: come dice il celebre proverbio, "chi entra al conclave da papa, ne esce cardinale". Ed è successo anche stavolta. Pietro Parolin, da molti descritto come il "papa mancato", oggi parla per la prima volta, dopo la fumata bianca dalla Cappella Sistina delle 18.07 di giovedì 8 maggio. Subito dopo l'elezione del nuovo papa Leone XIV, il cardinale vicentino - originario di Schiavon - ha scritto una lettera al Giornale di Vicenza, per commentare la scelta del conclave che ha deciso di nominare il cardinale statunitense Robert Francis Prevost come pontefice.
L'applauso al conclave e "la serenità del volto"
La "tifoseria dei vicentini in mio favore (umanamente comprensibile, penso), alla fine va superata secondo una logica diversa, di fede e di chiesa". Sono le parole del segretario di Stato vaticano, nel messaggio che accompagna la lettera. Dopo l'elezione di Leone XIV, questa è di fatto la sua prima dichiarazione pubblica. "Credo di non rivelare nessun segreto, se scrivo che un lunghissimo e caloroso applauso è seguito a quell'accetto che lo rendeva il 267mo papa della chiesa cattolica. Di lui mi ha colpito soprattutto la serenità che traspariva dal suo volto in momenti così intensi e, in un certo senso, drammatici, perché cambiano totalmente la vita di un uomo", scrive ancora Parolin.
Parolin esprime la "gioia che in così breve tempo la chiesa universale abbia ritrovato il suo pastore, il successore di Pietro, il vescovo di Roma, dopo la malattia e la morte di papa Francesco, che ha avuto la pazienza di tenermi come suo segretario di Stato per quasi 12 anni". "Il nuovo papa - prosegue - ha ben presenti i problemi del mondo d'oggi, come ha dimostrato fin dalle sue prime parole sulla loggia di San Pietro, riferendosi immediatamente alla pace 'disarmata e disarmante'". [CONTINUA]
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