20 novembre 2024

Da Israele forse genocida al boh sulle persecuzioni di Maduro. Così il Papa manda KO la diplomazia vaticana

 


Matteo Matzuzzi (Il Foglio) - A essere minata era innanzitutto la terzietà della diplomazia vaticana, che tanti successi aveva riscosso nei primi anni del pontificato bergogliano. La Santa Sede era talmente “terza” che si chiariva come non fosse in atto una mediazione nelle contese del mondo a pezzi, ma solo una “facilitazione”, appunto: apparecchiare il tavolo affinché le Parti si parlassero. 

Roma. Edith Bruck dice che il Papa ha usato la parola “genocidio” perché non sente il peso della frase che pronuncia e che per questo la pronuncia con troppa facilità. L’aveva già fatto un anno fa, quando ricevette in udienza privata un gruppo di palestinesi di Gaza. 

Uscendo dall’incontro, questi dissero che Francesco aveva chiaramente pronunciato la parola “genocidio”, con gli uffici della comunicazione vaticana che subito spiegavano che non risultava, rimandando a dichiarazioni precedenti di Bergoglio, assai più sfumate nel lessico usato.

Avevano intuito le conseguenze. Stavolta la parola è messa nero su bianco nell’ennesimo libro che il Pontefice manda in stampa. Non è il tema principale, ma è evidente che l’attenzione si sposti su quel punto, nervo che più scoperto non potrebbe esserci.

[CONTINUA]

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