John Allen jr (Crux Now) - Fin dall'inizio, una delle accuse più persistenti contro il Sinodo dei vescovi di Papa Francesco sulla sinodalità, iniziato nel 2021 e conclusosi ieri sera a Roma, è stata quella di aver riempito il tavolo con voci progressiste, creando un senso non rappresentativo della totalità dell'opinione cattolica mondiale.
Per citare un classico esempio, i critici hanno notato che tra i delegati ufficiali erano inclusi molti sostenitori dell'ordinazione femminile e dell’impegno LGBTQ+, ma nessun devoto della tradizionale messa latina e pochi importanti pro-life. In particolare, la parola “aborto” non compare mai nel documento conclusivo di 51 pagine.
Uno sguardo superficiale alla votazione sul documento conclusivo, adottato sabato sera, potrebbe supportare un'impressione di falso conformismo. La maggior parte dei suoi 155 paragrafi sono stati adottati da una schiacciante maggioranza dei 355 partecipanti che hanno espresso il loro voto, con un risultato medio di 352-3 o 350-5.
L’unico caso in cui il voto “sì” è sceso sotto i 300 è stato per il paragrafo 60, che riguarda le donne diaconesse, ma anche i 97 voti contrari che ha ottenuto non rappresentano necessariamente un registro del dissenso conservatore.
Considerate la formulazione: "La questione dell'accesso delle donne al ministero diaconale resta aperta. Questo discernimento deve continuare". Ciò potrebbe aver scontentato un conservatore che avrebbe preferito un netto "no", ma potrebbe anche aver irritato un liberal frustrato da tutte queste chiacchiere che crede che sia giunto il momento di premere il grilletto.
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Considerato tutto ciò, la vera domanda sul sinodo del 2024 potrebbe essere come un'assemblea apparentemente così distorta abbia comunque prodotto un risultato fondamentalmente cauto e non rivoluzionario. Esaminando il documento finale, sulla maggior parte dei punti sembra piegarsi all'indietro per trovare un equilibrio tra innovazione e continuità, e non approva mai realmente un cambiamento radicale su nessun fronte. In effetti, il terremoto che molti si aspettavano tre anni fa si è rivelato una scossa minore.
Una spiegazione potrebbe essere che la minoranza più conservatrice nel sinodo ha spinto oltre il suo peso, un'altra è la stanchezza generale tra i partecipanti per le discussioni esplose l'ultima volta e il desiderio di concludere con una nota pacifica. Tuttavia, bisogna dire che è stato soprattutto Papa Francesco a guidare il sinodo verso questo atterraggio morbido, togliendo dal tavolo la maggior parte delle questioni scottanti e inviando segnali che voleva che l'attenzione fosse sul viaggio, non sulla destinazione.
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