Andrea Gagliarducci (AciStampa) - Il piano inclinato della cultura della morte in Francia non ha fine. Dopo aver inserito nella Costituzione francese la libertà a poter abortire, il presidente Emmanuel Macron va a passi decisi verso una legge su quella che lui chiama “morte assistita”, ma che in realtà si configura come una vera e propria eutanasia, nonostante lui si nasconda dietro i termini. La definisce, in una intervista concessa ai quotidiani La Croix e Liberation, come una “via francese”. Ma i vescovi di Francia preparano la loro reazione.
Il dibattito sulla legge del fine vita, che aveva coinvolto la Consulta della Bioetica, aveva visto i vescovi di Francia in prima linea, con dichiarazioni sulla dignità della vita e richieste di tenere in considerazione il diritto alla vita, prima che il diritto alla morte. L’arcivescovo Eric de Moulins-Beaufort, presidente della Conferenza Episcopale Francese, ha sottolineato in una dichiarazione ripresa dal sito dei vescovi che “il nostro Paese dovrebbe essere, a partire dalla legge Claeys-Léonetti, un Paese all'avanguardia nelle cure palliative. Tuttavia, nella sua intervista a La Croix, il Presidente della Repubblica presenta un testo già pronto su ciò che lui chiama ‘morte assistita’, ma, sulle cure palliative, promesse vaghe con cifre del tutto approssimative. Questo è l'equilibrio esattamente opposto a quello che mi ha descritto la signora Vautrin”.
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