Con il collaboratore Panicco, scomparso l’anno scorso, aveva intentato una causa civile contro la Segreteria di Stato e l’Ufficio del Revisore generale, dopo quelle che definivano “dimissioni forzate” per cui chiedevano oltre 9 milioni di danno. Il Tribunale vaticano ha rigettato tutte le richieste di condanna, dichiarando “l’estraneità” della Segreteria di Stato rispetto a tutti i fatti e le condotte ad essa ascritte.
Salvatore Cernuzio - Vatican News - Rigettate tutte le richieste di condanna e risarcimento alla Segreteria di Stato, giudicata estranea a tutti i fatti e le condotte poste “a fondamento delle proprie pretese”. Condanna alla refusione di 49.336 euro a Segreteria di Stato e Ufficio del Revisore Generale. È la sentenza del Tribunale vaticano che conclude il primo grado di giudizio della causa civile intentata lo scorso anno dall’ex revisore generale, Libero Milone, e dal suo collaboratore Ferruccio Panicco – morto a causa di un tumore nel giugno 2023 – per quelle che hanno sempre definito un “licenziamento” forzato da parte del Vaticano. La vicenda risale al 2017, quando i due ex auditor nel giugno di quell’anno avevano presentato le loro dimissioni, dopo che Milone, esulando dalle sue competenze, aveva “incaricato illegalmente una società esterna per svolgere attività investigative sulla vita privata di esponenti della Santa Sede”.
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