Avvenire - Il 25 dicembre gli ucraini celebreranno per la prima volta il Natale secondo il nuovo calendario. A luglio di quest'anno infatti il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha firmato la legge con cui l'Ucraina ha spostato ufficialmente la festività del Natale muovendola dal 7 gennaio al 25 dicembre.
La scelta è stata presa in rottura con la Chiesa ortodossa russa che, appunto, festeggia il natale il 7 gennaio. L’arcivescovo Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica: «Celebrare la festa insieme e con il resto del pianeta è segno di consolazione nella tragedia. Il mondo non si stanchi di sostenerci»
«È lecito festeggiare il Natale mentre siamo in guerra?». L’arcivescovo maggiore di Kiev, Sviatoslav Shevchuk, si è sentito rivolgere la domanda da un giovane padre che qualche giorno fa ha incontrato a Chernivtsi. «È un interrogativo esistenziale che la gente mi pone spesso», spiega il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina. E lui gli ha risposto citando il film Oscar La vita è bella di Roberto Benigni. «In quel campo di concentramento il padre aveva bisogno di far gioire e sorridere il figlio: era un modo per proteggerlo.
Ecco, anche qui abbiamo necessità di accendere in mezzo alle tenebre la luce della gioia che il Natale ci dona. Non una gioia mondana che scaturisce dall'uomo, ma una gioia che viene da Dio e che ci dice che non siamo soli. Il Salvatore è in mezzo a noi, è il nostro liberatore». L’arcivescovo, che in Ucraina tutti chiamano il “patriarca”, parla ad Avvenire e al Sir nella sua residenza accanto alla Cattedrale della Risurrezione di Kiev. I vetri delle finestre sono ancora in frantumi dopo l’esplosione di un drone-kamikaze intercettato dalla contraerea a fine novembre e saltato in aria appena sopra la grande chiesa. L’onda d’urto ha danneggiato anche il palazzo della Curia. E in un barattolo Shevchuk mostra i frammenti che ha raccolto vicino ai portoni colpiti dalle schegge.
«Forse la nostra gente festeggerà la nascita di Cristo nei rifugi antiaerei intonando canti natalizi, mentre all’esterno c’è il rumore dei missili o dei droni. Perché durante le feste più importanti i russi intensificano gli attacchi. Ma sono certo che il Natale sarà fonte di speranza». Il primo Natale che l’Ucraina celebra il 25 dicembre, insieme con l’Occidente, e non più il 7 gennaio, come ancora accade in Russia. Una decisione presa in maniera condivisa da autorità civili e comunità ecclesiali. A spingere per il Natale “riformato” proprio la Chiesa greco-cattolica che all’inizio del 2023 ha rivisto il suo calendario liturgico. [CONTINUA]
Nessun commento:
Posta un commento
Il tuo commento