Il fatto è frutto della mancanza della apertura alla vita delle famiglie italiane (che a differenza delle famiglie musulmane faticano a superare l'unità) ma anche di un pensiero relativista che dilaga nella società ma anche nella Chiesa per cui una religione vale l'altra (idea che corrisponde a ciò che dichiara il documento di Papa Francesco firmato ad Abu Dhabi sulla fratellanza universale).
Corriere della Sera - Sono partiti tutti da scuola, a mano e in fila per due. Per andare in gita, in moschea. Mercoledì, l’insolita visita didattica di alcuni bimbi di un asilo paritario della Fism (la Federazione italiana scuole materne) di Ponte della Priula, nel Trevigiano, ha coinvolto tre classi (esclusa solo la sezione dei più piccoli).
La scelta della direttrice e delle docenti nasce da un’esigenza legata allo stesso istituto in cui i bambini musulmani sono numerosi. «Nel nostro asilo ci sono bambini di tutte le etnie — spiega Stefania Pillon, insegnante — molti hanno tradizioni e culture di cui spesso sappiamo poco. Abbiamo voluto portare i nostri bimbi in moschea per far conoscere loro meglio un aspetto della vita quotidiana dei loro compagni».«Un ponte fra culture»
Ogni venerdì le famiglie musulmane dei piccoli si ritrovano nel centro islamico Emanet di Susegana. «Per noi è stato un onore poter mostrare ai bambini cosa succede nel nostro centro», dice l’imam Avnija Nurceski, che è familiare di un alunno. «La scuola, che è una paritaria parrocchiale di ispirazione cristiana è molto attenta nei confronti della molteplicità culturale e religiosa che caratterizza il nostro territorio — sottolinea Stefania Bazzo, la direttrice — questa sensibilità vede protagonisti i bambini, le famiglie e tutta la comunità educante e si fonda sul rispetto della multiculturalità che caratterizza il tessuto sociale, senza penalizzare la nostra tradizione ma valorizzando il bene che nasce dall’incontro tra nazionalità e culture diverse». L’uscita didattica nasceva proprio dalla volontà di creare un ponte tra le culture. Tant’è che già lo scorso mese, alla fine del Ramadan, durante la festa di Eid Mubarak, ai bambini sono stati distribuiti degli opuscoletti per spiegare cosa stessero festeggiando i compagni. Una cosa che, reciprocamente, viene fatta anche nei confronti delle tradizioni religiose cristiane che sono parte dei principi fondanti della scuola: per dirne una, la più ovvia, in asilo prima di mangiare ci si fa il segno della croce e spesso capita di recitare le preghiere in occasione delle festività (preghiere cui partecipano anche i bambini musulmani).
«Nella foto che abbiamo pubblicato sulla pagina Facebook della nostra scuola - ha precisato la direttrice -abbiamo mostrato i bambini che ripetono il gesto mostrato loro dall'imam, che ci ha spiegato come prega un musulmano.

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