10 marzo 2025

Tre settimane senza ‘vedere’ Papa Francesco: nessun segnale di unità dentro la Chiesa


Francesco Antonio Grana (Il Fatto Quotidiano) - Il gregge è disperso. Sono trascorsi venti giorni dall’inizio del ricovero, il 14 febbraio, di Papa Francesco al Policlinico Gemelli per una polmonite bilaterale. La Curia romana è visibilmente confusa e disinformata, tra bollettini medici che riportano, come è naturale in questi casi, notizie altalenanti sull’augusto infermo, seppur con una prognosi rimasta sempre riservata, quindi con un chiaro pericolo di vita, e voci allarmanti che si intensificano di giorno in giorno. Dal 24 febbraio, ogni sera, alle 21, per iniziativa della Segreteria di Stato, i cardinali residenti a Roma si ritrovano in piazza San Pietro, insieme con migliaia di fedeli, per la recita del rosario per la salute del Papa. È un’occasione utilissima per porporati e vescovi per vedersi, una volta al giorno, e scambiarsi uno sguardo preoccupato e confuso e una parola su ciò che a poca distanza dal Vaticano, al decimo piano del Gemelli, sta avvenendo.

Da venti giorni non esiste né un’immagine, né un audio del Pontefice più mediatico della storia della Chiesa di Roma. C’è perfino chi lo ha dato per morto già da tempo, convinto che il Vaticano stia aspettando, non si sa bene cosa, per annunciarlo ufficialmente. Come se il vicario di Cristo in terra fosse paragonabile al re d’Inghilterra o a una celebrità pop di Hollywood. Desacralizzazione di un papato che ha semplicemente voluto incarnare la quotidianità, la più grande riforma bergogliana. Difficilmente replicabile perché intimamente connessa all’uomo divenuto Papa nel 2013. È questione di stile. [CONTINUA]

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