Agenzia Fides - “Non abbiamo fretta”. Così il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha offerto nella giornata di ieri un dettaglio importante in merito al piano per la ricostruzione e lo sviluppo della Striscia di Gaza sotto il controllo diretto degli Stati Uniti da lui esposto la settimana scorsa, in occasione della della visita a Washington del Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Parlando coi giornalisti a bordo dell'Air Force One che lo portava a New Orleans per assistere al Super Bowl, il Presidente USA ha detto che occorre pensare Gaza come “un grande sito immobiliare, e gli Stati Uniti ne assumeranno il possesso, e losvilupperanno lentamente, molto lentamente”, per portare “stabilità in Medio Oriente”,
Da Mosca, anche il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, interpellato sul “piano-Trump” su Gaza, ha preso tempo, riferendo che “Per ora non conosciamo i dettagli, quindi bisogna avere pazienza".
Invece padre David Neuhaus, intervistato dall’Agenzia Fides, non ha esitazioni. Per lui le congetture circolate negli ultimi giorni sul futuro della Striscia di Gaza sono state come “un calcio nello stomaco”.
Gesuita israeliano e professore di Sacra Scrittura, David Neuhaus è nato in Sudafrica da genitori ebrei tedeschi fuggiti dalla Germania negli anni Trenta del secolo scorso. E’ stato anche Vicario patriarcale del Patriarcato latino di Gerusalemme per i cattolici di espressione ebraica e per i migranti.
Padre Neuhaus, quali considerazioni si possono fare davanti alle recenti proposte emerse sul futuro di Gaza?
DAVID NEUHAUS: Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha una visione per Gaza, che ha condiviso con il mondo il 4 febbraio 2025. Il Primo Ministro di Israele Benjamin Netanyahu era in visita da lui. È stato come un calcio nello stomaco. E io non sono nemmeno palestinese. Sono un israeliano. [CONTINUA]
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