Dopo l'appello in Tv affinché l'Italia accolga più migranti, papa Francesco torna su quella che sembra essere una delle sue priorità assolute: il tema dei migranti. Lo fa scrivendo ai vescovi USA chiamati ad affrontare una "grande crisi" dovuta al piano di "deportazione di migranti". Per Francesco quello della migrazione è un fenomeno che segna i nostri tempi: «Dio è migrante e rifugiato» scrive il Papa. Anche Gesù lo è stato. Un attacco diretto alla nuova amministrazione del presidente Trump e alle sue politiche che apre un nuovo fronte delicatissimo nella diplomazia vaticana.
LETTERA DI PAPA FRANCESCO SUI MIGRANTI
“L’atto di deportare persone che in molti casi hanno lasciato la propria terra per motivi di estrema povertà, insicurezza, sfruttamento, persecuzione o gravpe deterioramento dell’ambiente, ferisce la dignità di tanti uomini e donne, di intere famiglie, e li pone in uno stato di particolare vulnerabilità”, afferma Papa Francesco in un passaggio della missiva, suddivisa in dieci punti, diffusa oggi in lingua inglese e spagnola, a poco più di due settimane dalla pubblicazione sull’account X della Casa Bianca delle fotografie di una decina di migranti che camminano in fila, ammanettati e in catene, verso un aereo militare per essere riportati in patria.
Nel testo il Pontefice sottolinea che “la coscienza rettamente formata non può non esprimere un giudizio critico ed esprimere il proprio dissenso verso qualunque provvedimento che identifichi, tacitamente o esplicitamente, la condizione illegale di alcuni migranti con la criminalità”. Certo, il Papa ribadisce la necessità di riconoscere “il diritto di una nazione a difendersi e a mantenere le proprie comunità al sicuro da coloro che hanno commesso crimini violenti o gravi mentre si trovavano nel Paese o prima di arrivarvi”. Ma l’atto della deportazione si configura sempre come una ferita per la dignità umana, quella “infinita e trascendente”, donata da un “Dio sempre vicino, incarnato, migrante e profugo”. In proposito il Papa cita le parole con cui Papa Pio XII iniziava la sua costituzione apostolica sull'assistenza ai migranti, la Exsul Familia, "considerata la Magna Carta del pensiero della Chiesa sulle migrazioni"
“La famiglia di Nazareth in esilio, Gesù, Maria e Giuseppe, emigrati in Egitto e lì rifugiati per sfuggire all'ira di un re empio, sono il modello, l'esempio e la consolazione degli emigranti e dei pellegrini di ogni età e di ogni Paese, di tutti i profughi di qualsiasi condizione che, assaliti dalla persecuzione o dalla necessità, sono costretti a lasciare la patria, la loro cara famiglia e i loro cari amici per recarsi in terra straniera”.
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