21 agosto 2024

La preghiera silenziosa non è un crimine. In Inghilterra risarcita la donna arrestata


Angela Napoletano (Avvenire) - Si è chiuso con un risarcimento da 13mila sterline (circa 15mila euro) e pubbliche scuse della polizia la battaglia di Isabel Vaughan-Spruce, codirettrice dell’associazione March for Life Uk, per il diritto a pregare, in silenzio, per le donne che ricorrono all’aborto e per i bambini non nati. Libertà che le è costata già due arresti. Il primo risale a novembre 2022. La donna era raccolta in preghiera a 150 metri dalla Robert Clinic, una clinica per le interruzioni di gravidanza di Birmingham. Si era fermata all’esterno dalla “buffer zone”, la zona di cuscinetto creata per tenere alla larga i pro-life, quando è stata avvicinata dagli agenti della polizia delle West Midlands che, invocando il divieto a manifestare qualsiasi forma di «approvazione o disapprovazione» dell’aborto, l’hanno prima perquisita e poi arrestata. 

È seguito un processo che, a febbraio 2023, si è concluso con l’assoluzione. Poche settimane dopo, la situazione si è ripetuta

Un video diffuso dall’Alliance Defending Freedom, l’associazione conservatrice americana che ha assunto la difesa legale di Vaughan-Spruce, mostra chiaramente un agente che le si avvicina e le chiede: «Sta protestando?», “Sta pregando per i bambini non nati?». La donna gli risponde: «No, sto solo pregando in silenzio, nella mia testa, per chi sta soffrendo a causa dell’aborto». «Non lo può fare», l’ammonisce il poliziotto che, incurante delle precisazioni sull’esito del processo da poco concluso, l’arresta di nuovo. 

È a quel punto che è scattata la contro mossa: Vaughan-Spruce ha denunciato la polizia per due arresti illegittimi, detenzione arbitraria e violazione dei suoi diritti umani. Ne è seguita un’inchiesta di sei mesi che si è risolta a suo favore: la donna aveva ragione. Il dossier è stato chiuso e archiviato con tanto di scuse e risarcimento. «La preghiera silenziosa non è un crimine, nessuno dovrebbe essere arrestato semplicemente per i pensieri che ha nella sua testa – ha dichiarato l’attivista – eppure mi è successo due volte». [CONTINUA]

Nessun commento:

Posta un commento

Il tuo commento

Articoli più letti