20 giugno 2024

Può l’ex direttore di Avvenire sostenere l’aborto e dirsi cattolico?

 


Fabio Fuiano (Corrispondenza Romana) - In una intervista rilasciata il 15 giugno scorso al quotidiano La Stampa il giornalista Marco Tarquinio, ex direttore di Avvenire e ora eletto come europarlamentare nelle liste del Partito Democratico (PD), ha avuto da ridire nei confronti della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in seguito all’esclusione della parola “aborto” dai documenti finali del G7 che si è tenuto a Fasano, in provincia di Brindisi, dal 13 al 15 giugno. Spiega Tarquinio che, rifiutando la dizione proposta sull’aborto nella bozza delle conclusioni del G7 «Giorgia Meloni si pone al di fuori della legge italiana». E continua: «parlo da cattolico. E da cattolico dico che la dizione proposta prevedeva nient’altro che il pieno impegno per un aborto sicuro. Non è nulla di diverso da quanto prevede l’applicazione della 194, quindi non si capisce cosa abbia da eccepire Meloni […] chi è contro l’aborto sicuro vuole tornare alle mammane». E ha concluso dicendo che la presidente Meloni «continua a utilizzare questi argomenti come propaganda». 

Secondo Tarquinio, la premier starebbe facendo «la generalessa su questioni costituzionali o su temi sensibili per acchiappare consensi più che per risolvere i problemi del Paese. È un modo bellicistico di affrontare questioni che, da uomo di pace, ritengo che invece vadano demilitarizzate perché riguardano la vita delle persone». Nella medesima intervista, Tarquinio sembra avere un giudizio positivo sull’operato del presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, in particolar modo dopo l’inserimento dell’aborto nella Costituzione.

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