14 maggio 2024

Un vescovo italiano osa dissentire sui benefici dell’Ue: “La cultura dell’Unione europea è essenzialmente atea e anticristiana”


Osservatorio Van Thuan - Giampaolo Crepaldi, vescovo emerito di Trieste (Italia), ha rilasciato un’interessante intervista alla Bussola Quotidiana in cui mette in guardia dal pericolo dell’ideologia dell’europeismo e si discosta dall’omaggio che la Chiesa in Europa rende al progetto Ue.

Monsignor Crepaldi conosce bene il funzionamento dell’Unione Europea poiché è stato a lungo incaricato di dirigere la commissione “Caritas in veritate” del CCEE (Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa).

Il presule italiano analizza perché ritiene che l’Ue “non abbia dimostrato il suo valore” negli ultimi tempi. Per Crepaldi “molti avevano sottolineato i gravi difetti del Green Deal europeo, ma nessuno li ha ascoltati. Le politiche di transizione climatica ed energetica si sono rivelate centraliste, costose, inefficaci e illusorie, provocando reazioni di rifiuto. Il recente voto parlamentare sull’aborto come diritto umano ha rivelato che chiunque controlli il Parlamento è un’ideologia distruttiva e senza speranza. L’ingerenza delle istituzioni dell’UE nelle elezioni parlamentari polacche e la forzatura delle decisioni da parte del governo dell’Ungheria, nazione spesso trattata come “fuori” dall’Unione, sono alcuni aspetti di una chiara situazione di crisi. A ciò bisogna aggiungere un notevole fallimento in politica estera.

In difesa della sovranità nazionale dei Paesi Ue

In vista delle elezioni europee del prossimo giugno, il vescovo italiano prevede una polarizzazione ancora maggiore nell’arco parlamentare Ue e concentra il dibattito sulla seguente questione: “fermeremo o addirittura ridurremo il trasferimento di sovranità degli Stati o, al contrario, acceleriamo l’unificazione?

Mons. Crepaldi avverte che andare verso un progetto di nuova “sovranità” europea causerebbe l’annientamento delle “comunità naturali, dalla famiglia alle comunità locali e alle nazioni, e creerebbe un superstato ancora più lontano dai cittadini e dalle comunità organiche che dalle istituzioni dell’Unione oggi”.

«Nel campo dell’educazione potremmo assistere ad una “pedagogia di massa”, come la chiamano alcuni esperti, governata dal potere centrale. Una sorta di appiattimento e omologazione delle menti dei cittadini all’europeismo come ideologia”, avverte il vescovo. [CONTINUA]

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