24 aprile 2024

Bonifacio VIII e il primo Giubileo


Maria Milvia Morciano (Vatican News) - 1° gennaio 1300. È sera. Tra le strade di Roma si leva un brusio che diventa sempre più forte. C’è tanta gente che corre, cammina veloce: va verso la Basilica di San Pietro. Uomini e donne animati dalla speranza, ansiosi di arrivare in fretta. Giunti sul posto, attendono. Il brusio diventa clamore. I romani chiedono che il Papa elargisca un’indulgenza plenaria.

Sulle origini del Giubileo abbiamo un testimone d’eccezione: Jacopo Caetani degli Stefaneschi, cardinale che vide e visse il primo Anno Santo della storia cristiana, quello del 1300 indetto da papa Bonifacio VIII, e ne scrisse nella sua opera, il De centesimo seu iubileo anno liber. Stefaneschi fu canonico a San Pietro, poi cardinale diacono di San Giorgio al Velabro. Conosciamo anche il suo volto, effigiato nel polittico che porta il suo nome, commissionato, insieme ad altre opere andate perdute, all’artista più importante del suo tempo, Giotto. Il polittico è un capolavoro e probabilmente destinato all'altare maggiore della Basilica di San Pietro.

Il cardinale era uomo coltissimo, ricco e potente che fu al servizio prima di Celestino V, poi di papa Bonifacio VIII. Visse a cavallo di due secoli e scrisse alcune opere a carattere storico-cronachistico. Ed è seguendo il suo racconto che possiamo ricostruire l’eccezionalità del momento e spiegare in trasparenza i processi sociali e culturali che ne determinarono la nascita. [CONTINUA]

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