Il Vangelo della Trasfigurazione dona ali alla nostra speranza: il male e il buio non vinceranno, non è questo il destino dell'uomo
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime... (Mc 9,2-10)
Come fu per loro, come fu per molti nei lager o nei gulag, fino ai Navalny dei nostri giorni, come è per quanti si ostinano a proporsi la pace, anche per noi sarà necessario cercare negli archivi dell'anima le tracce della luce, la memoria del sole, per appoggiarvi il cuore e la fede.
Il monte della luce, collocato a metà del racconto di Marco, è lo spartiacque della ricerca su chi è Gesù. Come in un dittico, la sua prima parte racconta opere e giorni di Gesù il maestro; la seconda parte, a partire da qui, disegna il volto alto del "Figlio di Dio": vangelo di Gesù, il Cristo, il Figlio di Dio (Mc 1,1).
Gesù chiama di nuovo con sé i primi chiamati: tutto è narrato dal punto di vista dei discepoli, di ciò che loro accade. Li porta su un alto monte e si trasfigura davanti a loro: i monti nella Bibbia sono dimora di Dio, ma offrono a noi la possibilità di uno sguardo nuovo sul mondo, di coglierlo da una nuova angolatura, osservarlo dall'alto, da un punto di vista inedito. Dal punto di vista di Dio.
Pietro ne è sedotto e prende subito la parola: che bello essere qui! Facciamo tre capanne. L'entusiasmo di Pietro, il suo: che bello! ci fanno capire che la fede per essere pane deve discendere da uno stupore, da un innamoramento che ti stordisce, gridato a pieno cuore.
Ciò che seduce Pietro non è l'onnipotenza di Dio, non lo splendore del miracolo o il fascino di effetti speciali, ma la bellezza del volto di Gesù, dove l'uomo si sente finalmente a casa: qui è bello stare! Altrove siamo sempre lontani, in viaggio.
Il Vangelo della Trasfigurazione dona ali alla nostra speranza: il male e il buio non vinceranno, non è questo il destino dell'uomo, perché Adamo ha, o meglio “è” una luce custodita in un guscio di creta, e la sua vocazione è liberarla. [CONTINUA]
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