26 gennaio 2024

Cardinale Ambongo a tutto campo: l'incontro col Papa.


Non capivamo cosa succedeva. Sono andato a Roma ad incontrare il Papa. Le ho detto "queato al popolo non interessa" e ho chiesto di "rassicurare i fedeli". Il racconto del cardinale africano Ambongo. 

Iacopo Scaramuzzi (Repubblica ) - Ha ragione Vladimir Putin: l’Occidente è una società “decadente”, dove “non amano i bambini”, vogliono “distruggere la famiglia” tradizionale, pretendono di propagare l’ “ideologia lgbtq” tramite i finanziamenti dell’Onu, e per questo “a poco a poco spariranno” – e “buona sparizione!”.

Ne è convinto il cardinale Fridolin Ambongo, arcivescovo di Kinshasa, un pezzo da novanta della Chiesa africana, che ha raccontato ad un pubblico plaudente come si è recato a Roma per dire al Papa che i vescovi africani avrebbero disapplicato la sua recente autorizzazione a benedire le coppie gay. Nel continente africano, secondo il porporato, l’omosessualità non esiste, e si può sì benedire una singola persona omosessuale – assolutamente non una coppia – ma per dirgli: “Speriamo che la benedizione possa aiutarti a cambiare”, la Chiesa non può promuovere “una deviazione sessuale”.

La rivolta africana

Lo scorso 18 dicembre Jorge Mario Bergoglio ha controfirmato una dichiarazione del prefetto del dicastero per la Dottrina della fede, il cardinale argentino Victor Manuel Fernandez, che autorizza la benedizione delle coppie omosessuali. Un’apertura storica che ha immediatamente suscitato le critiche dei conservatori e degli episcopati africani (non quelli del Maghreb e del Sud Africa), nonché di alcuni altri episcopati. Dopo aver raccolto le diverse reazioni del suo continente, il cardinale Ambongo è andato a incontrare il Papa, e a gennaio inoltrato ha poi pubblicato, d’accordo con Francesco e con Fernandez, una dichiarazione con la quale l’Africa rifiuta l’apertura romana. L’arcivescovo di Kinshasa è anche presidente del Simposio delle conferenze episcopali di Africa e Madagascar (Secam) e membro del consesso di nove cardinali di tutti i continenti che coadiuvano Bergoglio nella riforma della Chiesa. Ora il sito Le salon beige, un blog francese cattolico conservatore, ha pubblicato una registrazione audio di un discorso tenuto dal porporato di ritorno da Roma. Le parole di Ambongo, quasi un comizio, vengono salutate dagli astanti con applausi, suoni di approvazione, e in certi casi urla di giubilo 

In Occidente non amano i bambini

“Poiché in Occidente non amano i bambini, vogliono prendersela con la cellula base dell’umanità che è la famiglia”, afferma il cardinale Ambongo. “Distruggi la famiglia, distruggi la società. In Occidente, poiché non amano i bambini, non credono alla famiglia, non credono più al matrimonio: oggi l’Occidente sta perdendo i valori. Non ama i bambini l’Occidente, ma anche per far funzionare l’economia hanno bisogno di cercare gente all’estero: a poco a poco spariranno. Noi auguriamo loro buona scomparsa!”, prosegue tra risate ed applausi. “Vogliono imporci le loro pratiche che d’altronde il presidente Putin definisce “costumi decadenti dell’Occidente”. E’ una cultura decadente, è la decadenza culturale e morale di una società. E’ una società decadente, e vogliono imporlo da noi. Oggi il sistema delle Nazioni Unite – prosegue il porporato congolese – è quello di far passare l’ideologia lgbtq attraverso le agenzie delle Nazioni Unite, e in particolare l’Unicef, l’Oms e altre strutture delle Nazioni Unite. In questo modo ci impongono la loro cultura attraverso i finanziamenti: e se non la accetti, tagliano i finanziamenti. Ma la nostra cultura in Africa non è così”.

In Africa l’omosessualità non c’è

“Abbiamo molti difetti – afferma l’arcivescovo di Kinshasa – ma non ci si può rimproverare l’omosessualità. Si possono trovare casi isolati, come ce ne sono stati in Uganda, conoscete la storia dei martiri dell’Uganda: ma l’omosessualità era praticata in Uganda dalla nobiltà come pratica mistica. Come in certe corti dove ti fanno credere che per potere avere del potere devi avere delle relazioni con dei parenti prossimi. Questa è una concezione mistica. La società non funziona così. Questa pratica da noi non esiste”.

Un nodo ecumenico

“Ecco perché – afferma Ambongo – quando il 18 dicembre abbiamo ricevuto dalla Santa Sede il documento Fiducia supplicans, firmato dal prefetto del dicastero per la Dottrina della fede, e controfirmato da Sua Santità il Papa Francesco, c’è stata una levata di scudi in Africa. Non capivamo cosa succedeva nella Chiesa. Anche alle altre Chiese (cristiane, ndr) che ci chiamavano, dicevamo, “contiamo sulla Chiesa cattolica per contrastare questa ideologia e ora siete i primi a autorizzare la benedizione delle coppie omosessuali”. Tutti voi avete sofferto di questo”, dice il porporato ai suoi ascoltatori, che rispondono in coro “sììì”.

Il viaggio a Roma

Il cardinale africano racconta di aver chiesto a tutte le conferenze episcopali africane un commento scritto, di aver poi fatto una sintesi, e di avere scritto una lettera al Papa. E poi è partito per Roma. “Sono arrivato martedì, ero nella casa Santa Marta, dove abita il Papa (…) dicendo al suo segretario privato: porti i documenti al Papa, gli dica che sono arrivato, sono qui fino a giovedì, e ci tengo a incontrarlo prima di partire perché sono venuto per questo. Mi ha ricevuto il giorno stesso alle 18.30. Eravamo faccia a faccia (…). Il Papa era molto dispiaciuto. Devo dire era il primo a soffrire di tutte le reazioni che ci sono state da tutto il mondo. È un essere umano. Gli ho detto: la soluzione a questa questione non è di mandarci dei documenti da Roma con definizioni teologiche e filosofiche delle benedizioni, non interessa il popolo: quello che interessa ora è una comunicazione che tranquillizza il popolo in Africa, che calma gli spiriti dei fedeli. E lui, come pastore, è stato toccato da questa situazione, mi ha detto: “La metto immediatamente in contatto con il prefetto del dicastero per la dottrina della fede, il cardinale Fernandez”. La sera stessa, alle 19.30, eravamo a tavola anche con lui, e ci siamo messi d’accordo per lavorare mercoledì”.

In due davanti al computer

Il giorno dopo, alla sede dell’ex Santo Uffizio – “il dicastero più importante dal punto di vista della fede cattolica” – si sono seduti “il prefetto ed io davanti a un computer, insieme un segretario, e abbiamo preparato un documento. E il documento l’abbiamo preparato in dialogo e in accordo con papa Francesco, ad ogni momento lo potevamo chiamare per porre delle domande, se era d’accordo con questa formulazione, eccetera. Alla fine ho firmato il documento come presidente della Secam a nome dell’insieme della Chiesa cattolica dell’Africa, e il prefetto del dicastero ha controfirmato. Il documento è conservato negli archivi, è intitolato: ‘No alla benedizione delle coppie omosessuali nelle Chiese cattoliche’”, afferma Ambongo accolto da applausi e urla di giubilo. “Lo facciamo in spirito di comunione e sinodalità con il Papa Francesco e con il prefetto del dicastero per la Dottrina della fede: in Africa è fuori questione benedire le coppie omosessuali”.

Benedizioni, conversioni e “devianze”

Il cardinale Ambongo conclude: “Al più, dobbiamo rispettare le persone omosessuali, perché sono esseri umani, non dobbiamo guardarli e trattarli con disprezzo: sono creature di Dio, e in quanto tali, se individualmente, se un omosessuale domanda una benedizione, noi benediciamo la persona, possiamo benedirla in quanto persona. Così facciamo anche con i criminali: quando vado visita a una prigione ci sono criminali, persone che hanno massacrato e ucciso, e quando domandano la benedizione, li benediciamo. Ma perché li benediciamo? Con la speranza che la grazia della benedizione possa usarli a convertirsi. E se benediciamo un omosessuale è anche per dire: il tuo orientamento sessuale non è conforme alla volontà di Dio, e noi speriamo che la benedizione possa aiutarti a cambiare, perché la benedizione è condannata dalla Bibbia e dal magistero della Chiesa. Non possiamo essere i promotori di una deviazione sessuale. Che lo facciano da loro, ma non da noi!”, dice il porporato africano, e si sente qualcuno che commenta: “Bravo!”.

[CONTINUA]

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