04 febbraio 2025

Chi nomina i vescovi in Cina? Le narrazioni opposte di Roma e di Pechino


Sandro Magister (Diakonos) -  Il 22 ottobre 2024, come si sa, è stato prorogato per altri quattro anni l’accordo provvisorio sulla nomina dei vescovi tra la Santa Sede e la Cina, firmato nel 2018 e già prorogato due volte nel 2020 e nel 2022. Un accordo che però continua a restare segreto nella sua formulazione e nel suo procedimento, che è a tutto vantaggio delle autorità di Pechino.

Se appena si analizza, infatti, come Pechino e Roma danno notizia di ogni nuova nomina, è facile notare rilevanti elementi di differenza, in primo luogo il totale silenzio da parte cinese sul papa e sul ruolo da lui svolto, come se nemmeno esistesse.

Proprio nei giorni scorsi altri due vescovi sono stati insediati in Cina. Ed è istruttivo confrontare i comunicati emessi dalle due parti.

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Riguardo al nuovo vescovo di Luliang, Anthony Ji Weizhong, 52 anni, ordinato il 20 gennaio, il bollettino vaticano pubblicato nello stesso giorno informa che la sua nomina è stata fatta dal papa il 28 ottobre 2024.

Ma il contemporaneo comunicato emesso dal sito ufficiale in mandarino della “Catholic Church in China” tace sulla nomina papale e informa invece che Ji “è stato eletto vescovo il 19 luglio 2024”. Come dire, leggendo assieme i due comunicati, che ci sono voluti più di tre mesi perché Roma digerisse la nomina decisa unilateralmente da Pechino.

Il comunicato cinese non esplicita da chi e come il nuovo vescovo sia stato eletto. Cita però, come fa abitualmente, una “lettera di approvazione” da parte della Conferenza episcopale cinese, organismo spurio mai riconosciuto dalla Santa Sede ma solo dalle autorità di Pechino. E fornisce un elenco dettagliato – che il bollettino vaticano tace – dei vescovi che hanno preso parte alla cerimonia di ordinazione, con le rispettive cariche nell’Associazione patriottica cattolica cinese, il principale organo di controllo del regime sulla Chiesa, che è anche il vero titolare del sito web della “Catholic Church in China”.

Quanto al “curriculum vitae” del nuovo vescovo, sia il bollettino vaticano che il comunicato cinese mettono in evidenza i suoi studi presso l’Istituto teologico di Sankt Augustin in Germania. A cui il comunicato cinese aggiunge il conseguimento di “un master in teologia negli Stati Uniti”. [CONTINUA]

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