Giusepe Lorizio (Avvenire) - È scomparso a 87 anni il biblista e teologo di fama internazionale, promotore del metodo storico e che ha dedicato i suoi studi alle prime comunità cristiane e a san Paolo. Nella serata di sabato 18 gennaio è scomparso don Romano Penna. Ho subito sentito il bisogno di riprendere fra le mani un suo saggio intitolato Quale immortalità? Tipologie di sopravvivenza e origini cristiane (San Paolo, Cinisello Balsamo 2017). Qui si può leggere:
«[…] l’immortalità parte dalla convivenza con le cose più piccole e le relazioni più disparate di ogni giorno. Per il cristiano l’eternità e, quindi, l’immortalità non comincia dopo la morte fisica, ma qui e ora, nel pur precario presente storico».
Da quando, nel lontano 1993, ho stabilito la mia residenza nella casa per presbiteri di Villa Assunta (sita in Roma sulla via Aurelia Antica), dove abitava già da tempo don Romano, ho avuto il privilegio di essere suo commensale e quindi quasi quotidiano interlocutore. Un’esperienza importante per la mia formazione teologica, che mi consente di accennare ad alcune peculiari caratteristiche della personalità di questo insigne studioso. Innanzitutto, la sua insaziabile curiosità (si sa è l’anima del sapere), che lo portava ad esempio a procurarsi e leggere anche di letteratura “profana”, acquistando, in formato rigorosamente cartaceo, i libri vincitori del premio Strega, di cui spesso abbiamo avuto modo di discutere.
Quindi lo sforzo di tenere allenate le sinapsi con il ricorso all’enigmistica, con la quale amava trascorrere del tempo sottratto alla scrittura dei suoi testi. E, a tal proposito, il fatto che pensava scrivendo e scriveva pensando, insomma con la penna (nomen omen), come attesta la sua sterminata produzione bibliografica, che muove dai commentari ai testi neotestamentari, fra cui quello monumentale in tre volumi dedicato alla lettera ai Romani (EDB, Bologna I. 2004; II. 2006; III. 2008, poi in volume unico 2010 di oltre 1400 pagine), alla cristologia biblica e a svariate tematiche indagate comunque sempre e comunque a partire dal proto-cristianesimo. [CONTINUA]
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