13 novembre 2024

Matrimonio e celibato. Per una teologia nuziale del cristiano


Pubblichiamo alcuni passaggi della postfazione del libro di fra Manuel Valenzisi intitolato Matrimonio e celibato. Per una teologia nuziale del cristiano (Edizioni Cantagalli). La postfazione è a cusa di mons Paolo Martinelli, OFMCap vicario apostolico dell'Arabia Meridionale. 

Paolo Martinelli, OFMCap - La ricerca di padre Manuel Valenzisi è un contributo alla ricezione e all’approfondimento del pensiero di Hans Urs von Balthasar riguardo alla teologia della vocazione cristiana nelle sue diverse forme. Il riferimento al teologo svizzero accompagna in modi diversi, implicitamente o esplicitamente, tutta la sua opera. 

Va dato merito allo studio di Valenzisi di aver approfondito in modo significativo innanzitutto il tema del mistero nuziale quale “principio dogmatico” e pertanto strutturante la riflessione teologica, in genere, ed in particolare riguardo al tema dello stato di vita del cristiano. In tal modo ci si pone sulla scia di autori, richiamati già da von Balthasar su questa tematica, come M. Scheeben e Odo Casel. 

Inoltre, il mistero nuziale come presentato da von Balthasar e come indagato in questa ricerca, permette di approfondire il cruciale tema della differenza sessuale quale dato imprescindibile anche nella teologia delle forme di vita cristiana. Come noto, proprio Balthasar ha dedicato a questo tema molta attenzione. Nel celeberrimo volume sugli stati di vita si afferma: “La società umana non consiste, come uno stato di api o di formiche, di tre esseri: maschili, femminili e asessuati, un uomo non può semplicemente astrarre dalla sua sessualità nel dar forma alla sua vita e nell’adempimento dell’immagine di Dio in lui”. Ricordiamo inoltre l’indagine estremamente ricca che l’autore della Trilogia dedica alla polarità uomo-donna nel secondo volume della Teodrammatica. Tutto ciò permette a padre Manuel Valenzisi di avere una chiara base antropologica per costruire la sua riflessione su matrimonio e verginità e per arrivare a formulare le sue interessanti proposte in merito. 

La fondazione cristologica e trinitaria della differenza sessuale effettivamente sembra particolarmente urgente nel nostro tempo, nel quale spesso la confusione riguardante la relazione uomo-donna si impone in modo massiccio. 

È interessante notare il travaglio dell’epoca moderna intorno al tema della differenza sessuale, sia dal punto di vista filosofico che teologico. Certamente gli anni Sessanta sono stati segnati dalla cosiddetta “rivoluzione sessuale” che sembrava mettere in radicale discussione i costumi che avevano dominato nella società borghese fino a quel punto. 

Inoltre, la lunga storia del movimento femminista, in particolare in alcune sue fasi – la prima fase antagonista e soprattutto il pensiero della differenza, fino al tema della reciprocità oltre la sola complementarità – ha certamente posto la questione del fondamento della differenza tra uomo e donna ed il senso della loro relazione, uscendo dagli stereotipi condizionanti del passato.

Il pensiero teologico a sua volta ha passato e sta passando un tempo significativo e controverso. Il tema della sessualità nel recente passato ha occupato spazi soprattutto nella teologia morale; poco spazio nella dogmatica; quasi assente la rilevanza nella spiritualità moderna e nella teologia della vita consacrata (se escludiamo la più profonda tradizione mistica). Si ricordi a questo proposito il rischio di considerare la verginità consacrata come vocazione “angelicata”, che in qualche modo poteva prescindere dal tema della mascolinità o femminilità. 

Von Balthasar è certamente uno degli autori che ha avuto il coraggio di rileggere teologicamente il tema della relazione uomo-donna facendone un principio fondamentale della sua teologia sistematica. Sicuramente Giovanni Paolo II è debitore ampiamente della riflessione balthasariana: si pensi soprattutto a Mulieris Dignitatem. In modo diverso lo sono anche Benedetto XVI e Francesco in particolare sul “principio mariano”. Altri teologi e vescovi hanno sviluppato la fondamentale intuizione balthasariana a questo riguardo, come ad esempio il cardinale Marc Ouellet e il cardinale Angelo Scola nelle loro opere teologiche.

Desta sorpresa qualche recente scritto che vorrebbe vedere nella posizione di Balthasar un pensiero discriminatorio nei confronti delle donne nella Chiesa. L’opera di Valenzisi mi sembra renda giustizia a von Balthasar nell’assumere il suo pensiero nuziale e il “principio mariano”, in particolare nella sua modalità di lettura della relazione sponsale tra Maria e Giuseppe, in cui matrimonio e verginità si danno insieme. 

È di tutta evidenza che l’uomo di oggi spesso affascinato dal gender theory che “cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali” (Dignitas infinita, 56), ha bisogno di ritrovare il senso positivo della differenza come realtà antropologica che trova la sua fondazione ultimamente nel mistero della santissima Trinità e nel rapporto Cristo-Chiesa, dove la differenza è condizione dell’unità amorosa e di fecondità, mai di discriminazione. 

[...] Il lavoro di ricerca presentato da padre Manuel aiuta a ricentrare teologicamente la comprensione delle forme della vita cristiana.

Infine, auspico vivamente che la ricerca di Valenzisi aiuti a riaccendere l’interesse teologico ed umano al senso della vita come vocazione e alla sequela di Cristo. Che cosa può riaccendere infatti l’interesse per le diverse forme della vocazione cristiana se non la fondamentale e inesauribile scoperta della bellezza della fede e dell’incontro con Cristo a tal punto da scoprire che davvero vale la pena decidersi per Cristo per sempre, nella forma della verginità consacrata o nella forma del matrimonio cristiano? 

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