12 giugno 2025

Il ruolo della Curia e la stagione dei processi


Andrea Gagliarducci (Korazym) -  In due Udienze la scorsa settimana, una con la Curia Romana e l’altra con i superiori e i funzionari della Segreteria di Stato, Papa Leone XIV ha iniziato a delineare le sue aspettative nei confronti dei suoi collaboratori.

Il suo approccio è stato generalmente positivo, mostrando un evidente apprezzamento per il loro lavoro, senza tuttavia omettere di menzionare alcuni dei problemi significativi che hanno interessato gli uffici della Santa Sede negli ultimi anni.

In particolare, Leone XIV ha citato un’antica massima romana: i Papi passano, ma la Curia rimane, un’affermazione non di poco conto. Siamo appena usciti da un pontificato in cui la leadership veniva sempre prima del lavoro della Curia e in cui il lavoro della Curia non veniva quasi mai considerato, se non nella misura in cui riguardava più o meno direttamente e personalmente il Papa stesso. Il riconoscimento da parte di Leone XIV dell’importanza della struttura attorno al Papa, beh, ha evidenziato l’importanza della Curia come Istituzione.

Nell’incontro con i superiori e i funzionari della Segreteria di Stato, Leone ha espresso la sua sentita gratitudine per il lavoro che svolgono. «È evidente che il Papa da solo non può andare avanti», ha detto. Ha poi fatto riferimento a un discorso di San Paolo VI, che disse: «Questo luogo non sia inquinato da ambizioni o antagonismi; siate, invece, una vera comunità di fede e di carità, “di fratelli e di figli del Papa”, che si spendono generosamente per il bene della Chiesa».

Leone XIV ha iniziato il suo pontificato neanche da un mese e, finora, ha incontrato principalmente i responsabili dei vari dicasteri. Si tratta delle cosiddette “Udienze di tabella”, che però permettono al Papa anche di capire come viene gestito il lavoro, quali questioni sono sul tavolo e quali cambiamenti sono necessari. Il Papa non vuole rimanere isolato dalla Curia e dai suoi collaboratori.

L’impressione, finora, è che questo non sarà un pontificato a due velocità: non sarà, in altre parole, un pontificato in cui ci saranno scelte estemporanee e improvvise, difficili da gestire dal punto di vista diplomatico, come è stato con Papa Francesco. Sarà piuttosto un pontificato durante il quale il Papa cercherà di lavorare a stretto contatto con i suoi collaboratori. Leone XIV sa di dover delegare e fidarsi. Sta cercando, prima di tutto, di dare una scialuppa di salvataggio a coloro che, negli ultimi anni, hanno lavorato ai margini o addirittura contro. Deciderà poi quanti e quali collaboratori mantenere e quali persone faranno parte della sua squadra. [CONTINUA]

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