03 maggio 2025

Parolin? C'è chi lo vede in opposizione a Bergoglio.


Elisabetta Piqué (La Nación
) - Il Segretario di Stato si presenta al conclave in una posizione privilegiata, ma alcuni fattori potrebbero giocare a suo sfavore. 

Nei giorni che precedettero il conclave del 2013, il grande favorito era il cardinale italiano Angelo Scola, arcivescovo di Milano. Ma Scola, entrato nel conclave come papa, ne uscì come cardinale. E venne eletto un arcivescovo di Buenos Aires sconosciuto che scelse di farsi chiamare Francisco.

A una settimana e un giorno dall'inizio del conclave che eleggerà il suo successore, anche i giornali italiani non hanno dubbi: il gran papabile è un italiano: il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato e braccio destro di Francesco. Ma potrebbe, come Scola, diventare Papa e andarsene come Cardinale?

È una domanda da un milione di dollari, perché, al di là della fedeltà che ha sempre dimostrato a Papa Francesco, Parolin ha anche i suoi punti deboli, che vanno oltre la pressione che regna nelle riunioni pre-conclave per far sì che, dopo 47 anni, ci sia di nuovo un papa italiano. L'ultimo fu Giovanni Paolo I, Papa di 33 giorni, nel 1978, seguito da un polacco, Giovanni Paolo II (1978-2005), da un tedesco, Benedetto XVI (2005-2013) e da un argentino.

[...]

Tra i suoi punti deboli, oltre alla scarsa esperienza pastorale – ha vissuto in parrocchia solo un paio d’anni – c’è innanzitutto il fatto che, come nel caso di Scola nel 2013, gli manca il sostegno dei 19 cardinali italiani che parteciperanno al voto. Non si tratta di un blocco compatto. Sono divisi e competono tra loro. Parolin, infatti, si trova di fronte altri due candidati considerati "papabili": il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, 69 anni e in linea con Jorge Bergoglio, della Comunità di Sant'Egidio; e il Patriarca latino di Gerusalemme, Pier Battista Pizzaballa, 60 anni e sostenuto da un'ala conservatrice.

La divisione tra gli italiani ha anche a che fare con qualcosa a cui i giornali italiani accennano appena, ma che è un segreto di Pulcinella. Sebbene Parolin sia stato nominato da Francesco suo vice nell'agosto 2013 e richiamato a Roma dal Venezuela, dove era nunzio (ambasciatore del Vaticano), molti sanno che, nel corso degli anni, i due si sono allontanati. [CONTINUA]

«Sebbene Francesco lo abbia nominato Segretario di Stato, col tempo si è reso conto di non fidarsi più di lui, questo lo sanno tutti», ha raccontato a LA NACION un vescovo italiano che ha preferito rimanere anonimo. Non ha nascosto il suo “terrore” che, se Parolin fosse stato eletto, avrebbe potuto fermare la “rinascita della Chiesa” portata avanti dal papa argentino. "Non riesco a credere che ci siano giornali italiani che tacciono su questo e dicono che Parolin è il favorito 'perché era l'uomo forte di Bergoglio', il che non è vero", si è lamentato. 


Nessun commento:

Posta un commento

Il tuo commento

Articoli più letti