19 maggio 2025

La "rivoluzione gentile" di Robert Francis Prevost: le caratteristiche del nuovo pontificato


Giacomo Galeazzi (Interris)
- “Porta la pace iniziando da casa tua, amando la tua famiglia”, insegna Madre Teresa di Calcutta. L’ascesa al Soglio di Leone XIV come risposta di fede alla crisi di senso del mondo secolarizzato. “Il nome Leone è programmatico, indubbiamente- spiega In Terris lo scrittore Matteo Cantori, autore di numerosi saggi sulla storia ecclesiastica come “Il Leone e la Tiara” e studioso dei rapporti Stato-Chiesa-. Non è solo il nome assunto da Papa Pecci alla morte di Pio IX, ma XI ricorda anche il primo Papa a chiamarsi Leone. Questi bloccò l’avanzata di Attila, salvando vite, prima ancora che territori. 

E, quindi, di Leone XIII non si dimentichi l’attenzione al sociale che, con la lettera enciclica ‘Rerum Novarum’, apre la Chiesa ad uno sguardo ancora più aperto nei confronti delle classi operaie e dei braccianti, che richiedono una maggiore attenzione e tutela. Ecco, quindi, che l’ultimo Leone, come abbiamo appreso anche dai suoi primi discorsi, pare aver fissato come linea portante del suo pontificato la pace e l’interesse verso chi soffre”. Sottolinea il professor Cantori: “Un grande tratto caratterizzante che dice molto: pace al mondo, attraverso un’opera di confronto leale, improntata nel rispetto del prossimo e del Creato, puntando sui giovani e sull’impiego di un dialogo rispettoso. Tutto quello che avverrà sarà frutto di uno spettacolo di unità, sotto la guida decisa del pastore del gregge“. Francesco. puntalizza lo studioso, “è stato il Vescovo di Roma che ha voluto trasmettere un’immediatezza e comunicatività diretta, con una profonda attenzione al fenomeno migratorio. Una similitudine la rivedo con Paolo VI, il quale, primo Pontefice a vistare la sede delle Nazioni Unite, ebbe a dire anch’egli: Mai più la guerra!”.

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