18 marzo 2025

Manicomio Occidente. Il libro denuncia di Meotti


Il Timone - Secondo la cultura dominante solo l’accoglienza incondizionata dell’altro, idealmente non occidentale, attraverso l’Islam, l’immigrazione e il wokismo, permette di intravedere la speranza di una redenzione e di una rigenerazione sulle rovine di un mondo laico e secolarizzato. Eccolo il nuovo spirito che soffia in Occidente, siamo un misto di decadenza e barbarie.

Pubblichiamo di seguito un breve estratto del libro di Giulio Meotti, Manicomio Occidente – Gender, multiculturalismo, woke: anatomia di un suicidio, pubblicato dalle edizioni Il Timone.

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Londra, capitale del Mondo Nuovo, ponte occidentale fra Europa e America. Sotto il sindaco laburista Sadiq Khan sono vietati i manifesti pubblicitari nella metro o sugli autobus contenenti «body shaming», cioè che mostrano le donne in bikini, o «cibo spazzatura», come hamburger e patatine fritte. Khan non ha problemi invece con la pubblicità degli islamofascisti che fanno il saluto “tawhid”, il dito al cielo in segno di sottomissione ad Allah. La stessa metropolitana di Londra non ci ha pensato due volte a proibire la pubblicità ai nudi di Egon Schiele, il grande pittore espressionista austriaco, mentre va bene la pubblicità di «Allah è grande».

Lo stesso Khan tinge di viola la colonna di Trafalgar Square per celebrare il Ramadan, accende le luminarie di Ramadan in Piccadilly Circus, partecipa a incontri islamici dove le donne sono separate dagli uomini e di Winston Churchill pensa che sia «problematico». Al personale che lavora per il sindaco di Londra Khan veniva chiesto intanto di evitare frasi di genere come «signore e signori». Basta descrivere i migranti come «illegali». Invece, devono essere indicati come quelli con «status di immigrazione insicuro» o «senza documenti». «Evitate di usare “uomini e donne”, meglio “persone” o “londinesi”». E ancora: «Allo stesso modo, invece di “signore e signori”, dite qualcosa che non escluda le persone non binarie». Secondo il documento, «i termini “maschio” e “femmina” sono datati e medicalizzati».

Non è un mistero buffo, ma un modello che nel Mondo Nuovo ora chiamano «diversità». Accettano che la sharia esponga i suoi vessilli, ma censurano la pubblicità di una torta di matrimonio perché «non salutare». Intanto a Grenoble, la capitale delle Alpi francesi, il sindaco verde Éric Piolle proponeva di cancellare le feste cristiane dal calendario scolastico. Piolle ha tirato fuori un’idea geniale dal cappello woke: «Cancelliamo i riferimenti alle feste religiose nel nostro calendario e dichiariamo giorni festivi le feste laiche che segnano il nostro attaccamento alle rivoluzioni, alla Comune, all’abolizione della schiavitù, ai diritti delle donne e delle persone Lgbt». Via Pentecoste, Natale, Pasqua, Ascensione. D’altronde un tribunale di Grenoble non ha ordinato di rimuovere una statua della Madonna.

Il sindaco aveva già organizzato e finanziato nella sua città il «mese decoloniale», in cui è stato «processato l’uomo bianco». Il concetto è semplice: gli uomini bianchi occidentali, dopo aver spogliato le ex colonie e rovinato la biodiversità, sono razzisti, sessisti e colonialisti contro i migranti venuti a stabilirsi in Europa. La città di Grenoble fa campagna al velo islamico anche nei suoi manifesti affissi per le strade, ma non trova nulla di schizofrenico nel creare «scuole senza gender». E per ché allora non costruire anche una nuova mega moschea da 2.200 metri quadri? E perché non impedire la costruzione di una chiesa della San Pio X? Jean Messiha, il copto presidente del circolo intellettuale Vivre français, scrive: «Trasformiamo il nostro Paese in un esopianeta vergine pronto a essere colonizzato da tutte le identità. Cancelliamo tutto ciò che siamo e le nostre origini e ricominciamo tutto da un anno zero».

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Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio». Ha scritto per testate internazionali come «The Wall Street Journal» e «The Jerusalem Post», collabora con il mensile Il Timone

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