26 febbraio 2025

Prossimo Papa? Serve un messaggio "semplice, solido e sano"


Robert Royal (blog di Sabino Paciolla) - Di seguito segnalo all’attenzione e alla riflessione dei lettori di questo blog l’articolo scritto da Robert Royal, pubblicato su The Catholic Thing. Visitate il sito e valutate liberamente le varie opzioni offerte e le eventuali richieste. Ecco l’articolo nella traduzione da me curata.

Un cardinale di alto rango si è lamentato la scorsa settimana del fatto che alcune persone – in particolare alcuni cattolici tradizionali – sperano che Papa Francesco muoia. Ci sono cattolici di questo tipo e la loro aperta mancanza di rispetto per il successore di Pietro, a prescindere dal suo operato, è semplicemente sbagliata. Ma il modo in cui loro e il mondo intero prendono atto del fatto che il Papa di Roma potrebbe lasciare questa vita mortale per essere sostituito da un altro capo di una Chiesa che conta quasi 1,4 miliardi di membri indica che, nonostante tutti i problemi e i veri e propri fallimenti del cristianesimo nel mondo moderno, il suo leader storico (per certi versi anche per molti protestanti) conta ancora.

In questo momento, in cui il Papa è in condizioni critiche, è naturale che la gente si guardi intorno e si chieda: Chi sarebbe la persona migliore per guidare la Chiesa mentre entriamo nel secondo quarto del XXI secolo?

È una domanda impossibile a cui rispondere, e c’è una grande saggezza nell’antica frase romana Chi entra papa in conclave, esce cardinale. Ma se cercate informazioni, il posto migliore è il Rapporto sul Collegio Cardinalizio.

Inoltre, è giusto aspettare che l’attuale occupante della cattedra di Pietro sia passato a miglior vita prima di fare ipotesi. Ma è utile – non solo per quelli di noi che vivranno sotto il prossimo Papa, ma anche per il prossimo Papa stesso – considerare non chi ma di cosa avremo bisogno nei prossimi anni. E la risposta semplice a questa domanda è: è complicato.

Ho brevemente scandalizzato i miei colleghi della “Conclave Crew” (il precursore della EWTN Papal Posse) la prima volta che nel 2013 ci siamo incontrati a Roma. Ero convinto allora – e lo sono tuttora – che non abbiamo bisogno di un altro Papa “docente”, cioè di un Pontefice e di una Chiesa che propongano al mondo molte “cose nuove”, tranne l’unica Cosa Nuova, Gesù Cristo, la bellezza tam antiqua, tam nova (“sempre antica, sempre nuova”) nella frase di Sant’Agostino.

Il nostro Dio può essere un Dio di sorprese, ma in questo momento ho la sensazione che abbiamo bisogno di molto meno di ciò che è nuovo, interessante e “sorprendente”, e molto di più di ciò che è semplice, solido e sano. Tra GPII e Benedetto XVI, ci è stata consegnata un’enorme eredità spirituale, morale e sociale che ha ancora un disperato bisogno di essere assorbita ad ogni livello della Chiesa – dalla più piccola parrocchia ai più potenti dicasteri di Roma – e anche oltre.

Perché anche gli elementi più semplici del cristianesimo stanno scivolando via dalla cultura e spesso dalla Chiesa stessa. Una saggia donna di mia conoscenza mi ha recentemente fatto notare che nel 2023, nel popolare quiz show “Jeopardy”, a tre concorrenti è stato chiesto di completare la frase “Padre nostro che sei nei cieli, _______ sia il tuo nome”. [CONTINUA]

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