InfoVaticana - Martin Grichting, sacerdote svizzero ed ex vicario generale della diocesi di Coira, è esperto di diritto canonico e ha pubblicato un articolo sul media tedesco Kath.net in cui denuncia la nomina di suor Simona Brambilla come prima donna alla guida di un dicastero romano.
Questo sacerdote svizzero, dottore in diritto canonico presso la Pontificia Università della Santa Croce di Roma e abilitato all'Università Ludwig Maximilian di Monaco, ha scritto un articolo devastante che riproduciamo di seguito per il vostro interesse:
Ora è decisamente giunto il momento. Il Papa ha nominato una donna come «prefetta» di un dicastero della Sede Apostolica, quello dei religiosi. Il caso è sconcertante.
Ora la nuova «prefetta» può esercitare l'autorità ecclesiastica in nome del Papa (cfr Codex Iuris Canonici, can. 360), come avviene per gli altri prefetti di curia.
Trattandosi di un laico, ci troviamo come nell’era della Chiesa imperiale tedesca.
A quel tempo, come è noto, esistevano dei “vescovi” che ricoprivano l'incarico in questione ed esercitavano l'autorità ecclesiastica senza essere stati ordinati vescovi. Il danno è stato immenso. Lo scoppio della Riforma ha avuto molto a che fare con questa grave situazione.
Oppure, dopotutto, il nuovo “prefetto” non può esercitare un’adeguata autorità ecclesiastica esecutiva in questo ruolo. Quindi l'appuntamento è una farsa, un puro spettacolo. Il "prefetto" sarebbe allora solo una sorta di prefetto titolare. Il suo titolo sarebbe un titolo senza media. È stato dato come "pro-prefetto" un cardinale, che è vescovo, a dover firmare tutto ciò che ha a che fare con la giurisdizione ecclesiastica, perché lo stesso "prefetto" non ha l'autorizzazione a farlo?
La nomina è stata pubblicata senza commento. Sembra quindi che il Papa sia intenzionato a ripristinare i suddetti abusi medievali. In tal caso è necessario indicare quanto segue: Un laico come prefetto con potestà giurisdizionale – sia uomo che donna – sarebbe, in primo luogo, un tradimento del Concilio Vaticano II. Di fatti il Concilio pose fine agli abusi medievali affermando (in Lumen Gentium, 21): «L'ordinazione episcopale conferisce all'ufficio di santificare anche gli uffici di insegnare e di dirigere, i quali però, per la loro stessa natura, possono essere esercitati solo in comunione gerarchica con il capo e i membri del collegio».
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