Andrea Gagliarducci (Korazym) - Con l’annunciata nomina di Suor Raffaella Petrini a Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano a partire da marzo, Papa Francesco ha chiarito il suo intento primario. Di fronte a un atteggiamento che descrive sommariamente come: “Si è sempre fatto così”, Papa Francesco applica piuttosto un approccio personale, da cui derivano cambiamenti sia nella legge che nella consuetudine. Papa Francesco ha delineato con precisione il principio all’inizio del suo pontificato.
L’allora Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, José Rodríguez Carballo, OFM, ex Ministro generale dei Frati Minori e ora Arcivescovo di Mérida-Badajoz in Spagna, ha affermato durante un incontro presso la Pontificia Università Antonianum nel 2013, che stava discutendo con il Papa sulla necessità di ampliare i criteri per i noviziati [QUI]. Ha spiegato che a un certo punto aveva sottolineato che alcune idee potrebbero non essere previste nel diritto canonico, a cui Papa Francesco ha risposto: “Possiamo cambiare il diritto canonico”.
A questo si aggiunge un altro principio del Papa: le riforme si fanno strada facendo. Non c’è bisogno di un piano preciso, perché il piano è semplicemente quello di riformare. Ecco perché le riforme di Papa Francesco tendono a fare un passo avanti e uno indietro, con successivi aggiustamenti in seguito a errori o malfunzionamenti.
Quindi, come si inserisce in questa logica la nomina annunciata di Suor Raffaella Petrini? C’è una domanda preliminare: perché Papa Francesco ha deciso di nominare una suora a un incarico che è un incarico cardinalizio?
La Presidenza del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano non è prerogativa esclusiva degli ecclesiastici. È un incarico amministrativo e vale la pena ricordare che il Governatore dello Stato in passato era sempre un laico. Papa Giovanni Paolo II ha collegato il potere del Papa e il suo esercizio sullo Stato della Città del Vaticano a una commissione di cardinali [QUI]. Il Presidente della Commissione dei cardinali, che deve essere un cardinale, è anche Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. E quindi, il potere del Papa è esercitato da una commissione di cardinali il cui presidente svolge anche funzioni amministrative. Papa Francesco non sembra aver considerato tutto questo.
Ha pensato al valore di Suor Petrini, al fatto che la posizione non poteva, almeno in teoria, essere ricoperta da un ministro ordinato, e al fatto che, in questo modo, avrebbe potuto mantenere la sua promessa di aumentare il numero di donne nelle posizioni di governo nella Chiesa. [CONTINUA]
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