07 dicembre 2024

G. Weigel: Da Michelangelo a “Luce”, mascotte del cattolicesimo banalizzato


George Weigel (blog Sabino Paciolla) - Durante gli anni in cui è stato professore di teologia fondamentale alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, Salvatore “Rino” Fisichella è stato spesso citato dai seminaristi americani come il loro professore preferito, un esponente dell’ortodossia dinamica il cui stile coinvolgente in classe era un sollievo benedetto dai modi stolidi dell’accademia romana. Più tardi, dopo che Papa Giovanni Paolo II emanò Fides et Ratio (Fede e Ragione), l’enciclica del 1998 che fece rivoltare Voltaire nella tomba, a Roma si scherzava sul fatto che, visti i probabili estensori del testo, la “F” e la “R” di Fides e Ratio stavano per “Fisichella” e “Ratzinger”. Ordinato vescovo nel 1998 dal grande cardinale Camillo Ruini, vicario di Giovanni Paolo per Roma, Fisichella ha avuto un ruolo chiave nel dare forma ai contenuti del Grande Giubileo del 2000, dopo il quale è stato un efficace rettore della Pontificia Università Lateranense e un autorevole sostenitore come presidente della Pontificia Accademia per la Vita.

Cosa ci faceva dunque questo illustre uomo di Chiesa, abile teologo e competente amministratore, lo scorso 28 ottobre, cercando di spiegare in una conferenza stampa vaticana perché il Giubileo del 2025 avesse bisogno di una mascotte di nome “Luce ”, che sembrava disegnata in una classe di arte di prima media specializzata in cartooning?

Scorrendo rapidamente un commento su “Luce”, ho pensato che l’autore avesse definito la mascotte “ stupida”, il che era abbastanza vero; a un’analisi più attenta, tuttavia, “Luce” è un personaggio noto come “anime”, un genere di “arte” generata al computer in cui i personaggi carini sono tipicamente caratterizzati (secondo una fonte che ho consultato) da “occhi grandi ed emotivi”. [CONTINUA]

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