21 agosto 2024

L’IA non potrà mai sostituire l’intelligenza che Dio dona a ogni uomo


Gualtiero Sabatini (In Terris) -Da diverso tempo, in ogni parte si sente parlare di intelligenza artificiale, più semplicemente “IA”, è un continuo leggere di vantaggi e svantaggi che essa può dare all’umanità in ogni ambito e settore della vita. L’“IA“, permette alle macchine di imparare dalle proprie esperienze, adattarsi a nuovi input ed eseguire compiti con una logica umana. Essa ha la capacità, servendosi di un sistema informatico di provare a simulare l’intelligenza umana, con l’aiuto di funzioni matematiche.

In poche parole, le più semplici possibili, l’“IA”, è l’abilità di una macchina, di mostrare capacità umane, quale il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività, combinando grandi quantità di dati, mediante precise istruzioni, sotto forma di algoritmi, che ogni macchina apprende in maniera automatica.

Alcuni tipi di “IA” esistono da più di cinquant’anni, ma i progressi compiuti rapidamente nel campo dei computer, la possibilità e la disponibilità di avere enormi quantità di dati e sviluppando ogni volta nuovi algoritmi, hanno permesso alla tecnologia di progredire ed andare sempre più avanti. E’ un bene?

Ma nascita dell’ “IA” si fa risalire al 1956, quando durante un seminario presso il Dartmouth College di Hanover nel New Hampshire, venne fondata la nuova disciplina partendo dai contributi sviluppati già negli anni precedenti, in previsione delle potenzialità future. Si deve al matematico informatico statunitense John McCarty (1927-2011) il merito di aver coniato il termine di “Intelligenza artificiale” nel lontano 1955.

[CONTINUA]

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