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29 luglio 2024

Venezuela al bivio. La fine dell'incubo socialista?


Roberto Paglialonga (Vatican News) - Il “chavismo” è alla fine del suo ciclo? Per la prima volta da 25 anni a questa parte il Venezuela vive, dal punto di vista elettorale e politico, una non scontata incertezza. Almeno questo è ciò che sostiene la maggior parte degli analisti. Oggi, 28 luglio, più di 21 milioni di elettori sono chiamati al voto per stabilire se il futuro governo sarà ancora in capo a Nicolás Maduro — al potere dal 2013, quando venne eletto dopo Hugo Chávez, morto prematuramente, nonché massimo esponente del partito socialista unito del Venezuela (Psuv) — o se, invece, si possa ipotizzare un cambio di rotta, scegliendo la Plataforma unitaria democratica (Pud), che ha identificato nel settantaquattrenne, Edmundo González Urrutia, il proprio candidato unico. Sull’ex diplomatico, cui tutti riconoscono una innegabile moderazione, è caduta la responsabilità di guidare la coalizione dei movimenti di opposizione dopo la sentenza della Corte suprema che a gennaio 2024 ha escluso dalla corsa María Corina Machado, con l’accusa di irregolarità amministrative, dichiarandola ineleggibile per 15 anni.

González è estraneo alla politica: solo a fine aprile, poco dopo l’annuncio della sua candidatura, ha dichiarato di non aver "mai pensato" di trovarsi "in una situazione simile". Eppure, forse proprio questa è al momento la sua forza: le previsioni delle società di ricerca mostrano un gradimento popolare di oltre il 68% contro il 27% di Maduro, e i sondaggi della statunitense ClearPath Strategies gli danno in vantaggio di 56% a 35%. Numeri, certo, che non è detto siano confermati dalle urne — anche perché circa 5,5 milioni di elettori, su 21 totali, risiedono all’estero, e solo 69.000 di loro, date le restrizioni del governo, sono riusciti a registrarsi per votare —, ma che in questa fase appaiono significativi. [CONTINUA]

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