31 luglio 2024

Ombre su un Sinodo… poco sinodale. Il post cancellato accende la polemica.


Miguel Cuartero (blog) - È diventata una delle parole chiave del pontificato di Papa Francesco. “Sinodalità” è la parola magica che giustifica aperture, novità, discussioni, questionamenti, ascolto e messa in discussione di pratiche e verità assodate; “sinodalità” è il passe-partout per ogni discorso azzardato e ogni escursione alle frontiere della dottrina cattolica.

Così, negli ultimi anni, l’istituto fondato da papa Paolo VI per servire la collegialità tra i vescovi il Santo Padre come un “consiglio permanente di sacri Pastori,” è diventato una sorta di parlamento ecclesiale dove, sacerdoti, giornalisti, catechisti, psicologi, sociologi… uomini e donne, discutono sui temi più caldi della Chiesa assieme ai vescovi, proponendo vie di innovazione e di rinnovamento da portare ai voti del collegio. Un parlamento, a dire il vero, di membri non eletti dal popolo che vuole rappresentare a differenza delle attuali democrazie parlamentari degli stati moderni. Ma questo non è il punto.

Il punto è che la sinodalità è tanto invocata quanto saggiamente centellinata. Ai grandi proclami corrispondono piccole e grandi manovre per indirizzare le discussioni, gestire la libertà di espressione e monitorare gli interventi. Così voci libere e franche sono state spesso ignorate o emarginate. Voci di cardinali e vescovi, di pastori e di fedeli. Il motivo? Le critiche non contribuiscono alla sinodalità, né i dubbi, né gli “indietrismi”. Insomma, è il Sinodo a stabilire ciò che è sinodale e ciò che non lo è. 

L’ultimo episodio ha avuto luogo sui social, dove gli errori e le leggerezze si pagano (forse troppo) cari. È su X (già twitter) che l’account ufficiale del Sinodo dei vescovi (@synod.va) il 25 luglio ha lanciato un “sondaggio” ponendo un quesito in lingua inglese ai suoi follower: «Do you believe that synodality as a Path of conversion and reform can enhance the mission and participation off all the baptized?» (“Credi che la sinodalità come cammino di conversione e di riforma possa valorizzare la missione e la partecipazione di tutti i battezzati?”).

[CONTINUA]

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