08 giugno 2024

Una Chiesa schierata a sinistra. Ma nell'urna Dio ti vede, i vescovi no


 Stefano Fontana (La Nuova BQ) - Il presidente dei vescovi dell'Ue, mons. Crociata, il vicepresidente della Cei, mons. Savino e i cattolici scesi in campo, come Tarquinio, sono tutti schierati a sinistra, per un progetto di Europa unita, con i valori socialisti di Ventotene. Ma per un cattolico, si può esercitare l’obiezione di coscienza nei confronti di questi vescovi.Siamo arrivati al momento del voto per le elezioni europee. La Bussola ha pubblicato nei giorni scorsi molti interventi in proposito ed anche un articolo con suggerimenti piuttosto precisi quanto ai criteri di voto. Non è il caso di richiamare queste cose già dette. Tuttavia, può essere utile fare qualche puntualizzazione su un aspetto di notevole interesse soprattutto per i cattolici e di cui non ci è avuto il tempo di parlare in modo adeguato.

Ci riferiamo alle posizioni della Chiesa Cattolica europea, della Chiesa Cattolica italiana e di tanti personaggi noti del mondo cattolico che sono scesi in lizza. È di pochi giorni fa un ennesimo appello del presidente dei vescovi dell’Unione europea, mons. Mariano Crociata, che ha incoraggiato tutti i cittadini, e in particolare i cattolici, «ad andare a votare e a farlo in modo responsabile, scegliendo candidati e partiti che continuino a costruire un’Europa migliore per tutti. L’Ue non è perfetta, ma vogliamo migliorarla insieme utilizzando gli strumenti democratici di cui disponiamo, a cominciare dal diritto di voto». L’invito, apparentemente asettico, suggerisce di evitare i partiti e i candidati che vorrebbero frenare o fermare il processo di Unione. Con l’espressione “L’Europa non è perfetta” Crociata intende contraddire quanti invece la considerano fallita o pericolosa e vedono in essa una deriva verso forme autoritarie e di nuova prigionia ideologica. La situazione in Polonia, dove si è insediato un governo voluto da Bruxelles che si sta dimostrando dannoso per la sua volontà di sradicare la storica identità di quel popolo, e l’ostracismo nei confronti dell’Ungheria alla soglia del suo mandato presidenziale dell’Unione europea non producono alcuna riflessione critica nei vescovi della Comece e il suo Presidente spinge per il proseguimento di questa linea.

Sempre pochi giorni fa il vicepresidente dei vescovi italiani mons. Francesco Savino in una intervista a Repubblica ha detto: «Mi auguro che l’Europa torni ad essere coerente con lo spirito di Ventotene (corsivo nostro, ndr) che prevalgano i principi della solidarietà, della condivisione e della fraternità. Un’Europa dove non prevalgano le logiche identitarie che negano le aperture, un ’Europa inclusiva. Vorrei che da queste elezioni venisse fuori un’Europa a due polmoni: la sovranità europea e la sovranità nazionale non in contrapposizione ma in un rapporto di reciprocità e corresponsabilità».

[...] Affrontiamo queste elezioni europee con tutta la Chiesa schierata a sinistra e con cardinali e vescovi che fanno politica diretta: criticano il premierato e l’autonomia regionale differenziata e invitano senza nessun pudore a votare quei partiti che già hanno dato prova di volere l’aborto nei diritti fondamentali dell’Unione. Alla recente votazione al parlamento europeo su questo punto, tutti i parlamentari italiani del Partito Democratico hanno votato a favore, tanto per non lasciare dubbi in proposito, ma i vescovi fingono di non ricordarselo...

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