08 giugno 2024

Candidati, violenti e pure sacrileghi: tutto è permesso a Sinistra


Andrea Zambrano (La Nuova BQ) - L’imbarbarimento della vita politica si vede anche da come vengono tollerate e perdonate certe derive violente, per non dire squadriste. Non giova certo a instaurare un clima di serenità e rispetto, pur nella animosità del dibattito politico preelettorale, il fatto che i candidati all’europarlamento, cerchino in tutti i modi, si intende anche quelli violenti, di attirare l’attenzione dei giornali, che difficilmente si occuperebbero dei loro pensieri residuali.  

Tre casi della recente cronaca ci mostrano che la violenza politica è figlia del perdonismo e dell’impunità di cui godono più gli esponenti della cosiddetta sinistra radicale che quelli della destra e suoi derivati.  

Il primo è un caso avvenuto in trasferta. Il segretario dei radicali Riccardo Magi si è reso protagonista di una sceneggiata in quel di Tirana (Albania) dove il presidente del Consiglio Giorgia Meloni si era recata per perfezionare l’accordo col paese balcanico per la gestione di un hotspot italiano. Magi voleva rimproverare alla Meloni la spesa di un miliardo di euro per l’operazione Albania. Una critica politica però, che si è tramutata in una sceneggiata portata avanti con i tratti della violenza e dell’arroganza che si ammanta di pacifismo e non violenza solo quando fa comodo ai Radicali.

Le immagini diffuse dai Radicali non lasciano spazio a interpretazioni: Magi si è presentato ai cancelli con un cartello pretendendo di avvicinarsi alla Meloni. Ovviamente il servizio d’ordine albanese lo ha respinto e dato che lui insisteva, ha dovuto usare le maniere forti. Forti, non vuol dire violente, perché gli addetti alla sicurezza non ha fatto altro che applicare un protocollo di allontanamento previsto in questi casi per chi non è autorizzato a entrare per ragioni di sicurezza.

E, ridicola, è stata l’intimazione a non essere toccato in quanto parlamentare. Forse che i parlamentari come Magi hanno un salvacondotto speciale quando abusano della loro autorità per andare oltre il consentito? No, ovviamente. La Meloni ha cercato di andargli incontro per evitargli figure ancora più brutte. Ma l’impressione è che la tanto decantata “non violenza” della Rosa nel pugno non è altro che l’impunità di provocare fino a dover intervenire con la forza. Qualcuno da sinistra ha stigmatizzato la protesta di Magi? Ovviamente no. Intanto lui ha potuto raccogliere quella visibilità che il suo partito, alleato con Renzi alle Europee, non avrebbe avuto. [CONTINUA]

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