05 giugno 2024

Gay in seminario, se il Papa si rimangia tutto


Riccardo Cascioli (La Nuova BQ) - Ormai non si può più neanche dire che sia una sorpresa. Dopo il clamore suscitato dall’uscita sull’«aria di frociaggine» in seminario e tra i sacerdoti, la lobby gay non poteva stare con le mani in mano. Ed ecco allora prima un servizio della BBC su un giovane siciliano gay che afferma di essere stato sottoposto a terapie riparative che somigliano a torture mentre era in seminario.

E poi, soprattutto, la lettera a papa Francesco dell’«aspirante seminarista gay» che lamenta di essere stato rifiutato per la sua omosessualità malgrado sentisse una forte vocazione. Una mail scritta il 28 maggio dal 22enne Lorenzo Michele Noè Caruso, questo il nome del ragazzo, «tre pagine in cui ha aperto il suo cuore al santo Padre», spiega il Messaggero che ha raccontato per primo la storia. E con una tempestività sorprendente, Lorenzo ha ricevuto una risposta già il 1 giugno: «Un cartoncino scritto a mano, scannerizzato e allegato alla mail». Il contenuto della risposta è anzitutto la denuncia del clericalismo, evocato nella lettera del ragazzo, per poi andare al sodo: «Gesù chiama tutti, tutti. Alcuni pensano alla Chiesa come una dogana, e questo è brutto. La Chiesa deve essere aperta a tutti. Fratello, vai avanti con la tua vocazione».

Ovviamente la lettera è stata subito pubblicata per far capire «chi è il Papa vero, non è quello che hanno fatto credere».

E già, la domanda sorge spontanea: chi è il Papa vero? Perché è evidente che non c’è modo di conciliare l’uscita sulla “frociaggine” con questa lettera. È vero che «vai avanti con la tua vocazione» potrebbe significare qualsiasi cosa, ma in questo contesto non poteva che essere letta come un via libera all’ingresso in seminario (a meno che non intervenga di nuovo la Sala Stampa vaticana per rettificare). [CONTINUA]

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