29 giugno 2024

Da Viganò a Gaenswein, il Papa alla resa dei conti (ad alto rischio) per il futuro della Chiesa


Giovanni Panettiere (Quotidiano Nazionale) - Processo senza sconti, ma scontato per l’arcivescovo italiano accusato di scisma: è a un passo dalla scomunica e dall’essere spretato. L’ex segretario di Benedetto XVI torna in gioco, anche se dirottato nei Paesi baltici. Le manovre di Bergoglio per una successione il più possibile conforme alla sua linea riformista tra silenzi e malumori celati a dovere. 

Processi senza sconti, trasferimenti in periferia, stipendi revocati e reprimende in pubblica piazza. In pratica, l’87enne papa Francesco i suoi più strenui oppositori li sta mettendo in fuorigioco uno dopo l’altro. E, quando non ci arriva lui direttamente, è Madre Natura a corrergli in soccorso, come nel caso del cardinale George Pell, autore, prima di passare a miglior vita un anno fa, di un memorandum in cui, sotto lo pseudonimo di Demos, definiva “catastrofico“ il pontificato argentino.

Venuto meno lo schermo morale del predecessore Benedetto XVI, Bergoglio sta stringendo le maglie attorno alla fronda ultraconservatrice che in questi dieci anni di pontificato ha ostacolato il suo intricato cammino di riforme. Il redde rationem non sembra indirizzato tanto a preparare le prossime mosse di un papato che, complice l’età e lo stato di salute del timoniere, procede sempre più a fiammate, quanto piuttosto a favorirne la successione, marginalizzando i nemici. In un’ottica, se non di piena continuità – le quotazioni a riguardo sono calcolate al ribasso dai bookmaker vaticani –, almeno di placida transizione per gli eredi della linea della sinodalità e del discernimento instradata da Francesco. [CONTINUA]

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