06 aprile 2024

Terremoto in Vicariato. Circolano i nomi di Zuppi, Lojudice e Reina


Con la "promozione" del cardinale De Donatis a Cancelliere Maggiore Roma resta senza Vicario. È l'ultima tappa di una grande riforma voluta e messa in atto da papa Francesco nella sua Diocesi.

A Roma si attende di capire se ci sarà un sostituto oppure se il Papa preferirà gestire la diocesi dell'Urbe attraverso i vescovi di settore. La decisione esacerba i malumori già manifesti dei parroci e viceparroci della capitale mentre circolano i primi nomi del possibile sostituto che dovrà far fronte all'imminente Giubileo del 2025. 

Franca Giansoldati (Il Messaggero) - Il Papa in vista del Giubileo ha letteralmente terremotato il Vicariato di Roma. Il cardinale vicario, Angelo De Donatis, 70 anni, è stato sollevato dall'incarico e destinato alla Penitenzieria Apostolica, tecnicamente uno dei tre organismi giudiziari della curia e anche uno dei più antichi, ma nei fatti viene considerato una specie di cimitero degli elefanti.

Una mossa insolita e certamente inedita: tutti gli ultimi pontefici hanno sempre mantenuto un rapporto di ferro con il proprio cardinale vicario, figura preziosa e centrale per essere la cinghia di trasmissione tra il Palazzo apostolico e la città di Roma. Basti solo pensare al rapporto fortissimo che legava Wojtyla con il cardinale Ruini o Benedetto XVI con il cardinale Vallini. 

Allo stesso tempo Papa Francesco ha spostato in curia anche il gesuita Daniele Libanori, fino a oggi uno dei quattro vescovi ausiliari di Roma. Per lui è stato creato un incarico ad hoc alla congregazione dei Religiosi pur di allontanarlo dal Palazzo del Laterano dove, in questi anni, era entrato in rotta di collisione con De Donatis. Libanori si era battuto come un leone per assicurare alla giustizia canonica il reverendo ex gesuita Marko Rupnik, artista di fama mondiale ma molto discusso poiché accusato di reiterate violenze sessuali e psicologiche su diverse religiose. Reati considerati prescritti per la legislazione civile ma ben noti al Dicastero della Fede tanto che quattro anni fa gli venne comminata la scomunica poi misteriosamente cancellata mesi.
Ci fu l'intervento della “manina” di qualche protettore in alto loco e la cui identità al momento resta misteriosa ai più. 

La mossa di Francesco dicono che sia stata presa in vista del Giubileo nel tentativo di far girare pagina al Vicariato e creare le basi per assetti interni meno conflittuali e più collaborativi con le periferie. In questi anni gli choc al Laterano non sono mancati. Tanto per cominciare il Papa ha spedito in diocesi italiane ben tre vescovi ausiliari. Un turn over del genere non si era mai visto: Gianrico Di Ruzza, Giampiero Palmieri e Paolo Lojudice, quest'ultimo fatto poi cardinale a Siena e ora in predicato a sostituire De Donatis anche se non è l'unica figura cardinalizia di cui si parla nelle retrovie. Altri nomi che circolano fanno riferimento al cardinale Matteo Zuppi, che da Bologna potrebbe tornare nella 'sua' Roma, oppure all'attuale vescovo ausiliare Baldo Reina, siciliano di origine, molto aperto e amabile. La scelta di Francesco però non è ancora maturata e lunedì mattina avrà una riunione con tutti i vescovi ausiliari romani. E' anche possibile (e nessuno lo esclude) che scelga di non avere più un cardinale vicario a Roma ma solo un vescovo referente proprio


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