Luca Volontè (La Nuova BQ) - Joe Biden è accusato di blasfemia per la sua decisione di celebrare nella domenica di Pasqua dello scorso 31 marzo, la “Giornata della visibilità Transgender”. Star dello sport, evangelici e politici repubblicani sulle barricate, mentre il Cardinale Wilton Gregory di Washington ha definito Biden una «cattolico da mensa» che sceglie solo «ciò che è attraente» e respinge il resto. Sia chiaro che il resto è, in questo caso, la sacralità e memoria della Resurrezione di Gesù Cristo.
La tracotanza del “cattolico devoto” così amato da alcuni ascari papalini è arrivata a sostenere che chiunque critichi la sua decisione, in realtà, stia sostenendo una pericolosa campagna di «odio». Non è un caso la campagna di distrazione globale promossa dai mass media liberal di tutto il mondo contro l’odiatore Trump per il post sull’immagine che raffigurava un Joe Biden legato mani e piedi.
L’odiatore sarebbe Trump ma anche chiunque voglia difendere la fede e tradizioni cattoliche e cristiane, come i tantissimi attentati, i vandalismi e i controlli dell’FBI contro i cattolici dimostrano in questi anni. «In occasione del Transgender Day of Visibility, onoriamo lo straordinario coraggio e i contributi dei transgender americani e riaffermiamo l'impegno della nostra nazione a formare un'Unione più perfetta, in cui tutte le persone siano create uguali e trattate allo stesso modo per tutta la vita", si legge in una dichiarazione della Casa Bianca che ha riconosciuto il “Transgender Day of Visibility” nella domenica di Pasqua, la festa più sacra per i cristiani. [CONTINUA]
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