Andrea Gagliarducci (Korazym) - Le conclusioni della Commissione sul diaconato femminile nominata da Francesco – in pratica un duro “no” presentato con i guanti di velluto, che non ha sorpreso praticamente nessuno – sono state pubblicate la scorsa settimana, lo stesso giorno di un’altra decisione di Papa Leone XIV, di abrogare una delle riforme finanziarie di Papa Francesco. I due eventi non sono correlati, ma dimostrano una caratteristica di questo pontificato: anche quello di Leone è un pontificato a due velocità. Anche il pontificato di Francesco si è mosso a due velocità. Le ragioni e le caratteristiche di questi due pontificati a due velocità, tuttavia, sono diverse.
Il pontificato di Francesco è stato a due velocità perché ha preso decisioni, spesso da solo, mentre il suo governo era ancora bloccato nelle procedure o incerto sul da farsi.
Il pontificato di Leone XIV è diverso. È un pontificato a due velocità, almeno per il momento, perché si trova ancora a fungere da ponte tra un mondo che non esiste più – il pontificato di Francesco – e un mondo che deve ancora esistere, il pontificato, appunto, di Leone XIV.
Ci sono, ad esempio, due documenti commissionati da Papa Francesco al Dicastero per la Dottrina della Fede che sono ancora in fase di elaborazione. Abbiamo già visto due dei quattro documenti commissionati da Francesco: quello sulla monogamia e quello sui titoli di Maria. Insieme, i quattro rappresentano il “mandato” che Papa Francesco ha dato al Dicastero. Papa Leone XIV ha pubblicato l’Esortazione sui poveri Dilexi te, che Francesco aveva lasciato incompiuta. Leone XIV ha accettato di incontrare i movimenti popolari e di pronunciare un discorso che era puramente Papa Francesco nei toni e nei temi, raccogliendo un’eredità controversa.
Se queste sono le situazioni visibili, ci sono molte altre questioni sottili. Eppure cardinali, arcivescovi e funzionari della Curia assumono posizioni diverse con grande cautela, spesso richiamando Papa Francesco, come se temessero di perdere quell’eredità o, peggio, come se pesasse su tutti come una macina, da cui non ci si potesse mai liberare [CONTINUA]

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