Lorenzo Prezzi (Settimana News) - prossimo 4 novembre 2025 il Dicastero per la dottrina della fede pubblicherà un documento dal titolo Mater populi fidelis (Madre del popolo fedele) sui titoli mariani. La Croix ha anticipato l’annuncio ieri (1° novembre) e fa presagire, in coerenza con il Concilio e il successivo magistero, che l’autorità ecclesiale non approverà il titolo di «corredentrice», sviluppando invece quelli già in uso e di grande rilievo: madre, discepola, avvocata, ausiliatrice, soccorritrice, mediatrice ecc. Il testo sarà presentato dal prefetto, card. Victor Manuel Fernandez, dal segretario mons. Armando Matteo e dal teologo Maurizio Gronchi.
Prudenza del magistero
La prudenza e la distanza dall’uso del termine «corredentrice» sono condivise dai papi recenti (Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI) e dalla teologia che si interessa della figura e del ruolo di Maria (mariologia). Papa Francesco ne ha accennato nel dicembre del 2019 dicendo: «Fedele al suo maestro che è il suo figlio, l’unico redentore, non ha mai voluto attribuire a sé gli elementi del figlio. Non si è mai presentata come co-redentrice. No, ma come discepola».
E nel marzo del 2021 ha affrontato il tema in una catechesi dicendo:
«Cristo è il mediatore, il ponte che attraversiamo per rivolgerci al Padre (CCC 2674). È l’unico redentore: non ci sono co-redentori con Cristo. Ogni preghiera che eleviamo a Dio è “per Cristo, con Cristo e in Cristo” e si realizza grazie alla sua intercessione. Lo Spirito Santo estende la mediazione di Cristo ad ogni tempo e ogni luogo: non c’è altro nome nel quale possiamo essere salvati (cf. At 4,12). Gesù Cristo: l’unico mediatore tra Dio e gli uomini».
La pietà cristiana ha arricchito di molti e bellissimi titoli Maria con l’amore fiducioso dei figli nel rapporto con la madre. «Ma l’amore, noi lo sappiamo, sempre ci fa fare cose esagerate, ma con amore» (cf. qui su SettimanaNews).
Difficoltà ecumeniche
Il titolo di «corredentrice» rappresenterebbe uno schiaffo alla tradizione protestante che ha marginalizzato il culto mariano e dei santi in ragione dell’assoluta centralità del Cristo in ordine alla salvezza. Ed esso non viene usato nella tradizione orientale che condivide con il cattolicesimo una forte impronta mariana.
I teologi cattolici e protestanti che si ritrovano nel «gruppo di Dombes» hanno riflettuto a fondo sul ruolo della devozione mariana nella vita credente pronunciandosi criticamente nei confronti degli eccessi devozionali, ma riaffermando la legittimità del suo esercizio (cf. il volume Maria nel disegno di Dio e nella comunione dei santi, Qiqaion 1998). [CONTINUA]

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