Francesco Ognibene (Avvenire) - C'è stato un "disturbo" di troppo nel video su Instagram con cui don Alberto ha parlato di un integratore: un sacerdote non deve essere che testimone di Gesù. Lui si difende: vado oltre i cliché
Un reel su Instagram da 450mila visualizzazioni, 8mila like e oltre 1.200 commenti: il talento di don Alberto Ravagnani come influencer da 270mila follower è indiscusso, ma la sua ultima uscita ha fatto il botto con il passaggio del 32enne sacerdote milanese autentico fenomeno social a testimonial di un integratore per chi fa vita attiva. Uno spot, in altre parole. E quella che era una presenza di evangelizzazione online originale ed efficace con un consenso vastissimo tra i ragazzi ha visto spuntare la nube delle critiche per un’uscita che ha deluso molti suoi “seguaci”.
Ha senso che un prete usi la sua notorietà pubblica per promuovere un prodotto commerciale? Don Alberto è sempre in gran forma, e sui social (che premiano l’immagine pubblica) non fa nulla per nasconderlo, con la sua passione per palestra e jogging usata – ha sempre spiegato – a fini apostolici. I ragazzi decodificano al volo il messaggio di condivisione del loro stesso stile di vita, con un effetto di immedesimazione e simpatia. Ma nel messaggio stavolta c’è un “disturbo” di troppo: il prodotto lanciato via Instagram è un’altra cosa, e molti tra gli stessi giovani che lo seguono come un riferimento spirituale, partecipando in massa ai suoi incontri in giro per l’Italia (aperti sempre dall’adorazione eucaristica) non esitano ad esprimergli con franchezza il loro dissenso: «Hai oltrepassato il limite don, un sacerdote deve fare altro»; «Stai diventando un po’ come Fedez, davvero non abbiamo bisogno di questo»; «Prossimo passo? Pubblicità durante l’omelia?». Altri però lo difendono con determinazione: «Se tutti i preti fossero come te sarei santo»; «Finalmente una chiesa dei giovani!
Bravissimo». A molti critici don Alberto replica, fedele al suo stile: «Prendermi cura di me è un modo per amare me stesso e rispettare la salute che mi è stata donata; i soldi dello sponsor li uso per progetti di evangelizzazione; sii onesto intellettualmente, la preghiera non basta; pensi che un prete debba parlare solo direttamente di Dio, di Vangelo, di tradizione cristiana?» [CONTINUA]

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