18 settembre 2025

Comunità e Vangelo. I primi tratti visibili di Papa Leone XIV


Andrea Gagliarducci (Korazym) - Quando un Papa viene eletto, tutti attendono le prime decisioni di governo. Si dice generalmente che i primi cento giorni siano quelli che definiranno l’intero pontificato, come si dice di solito dei leader eletti. I primi cento giorni di Papa Leone XIV, tuttavia, non portarono grandi decisioni di governo. La calma pervase e caratterizzò i primi cento giorni di Papa Leone XIV, in netto contrasto con i primi giorni del pontificato di Papa Francesco. Il regno di Papa Leone XIV, tuttavia, non sarà in competizione con quello di Papa Francesco, né direttamente, né esplicitamente. Questo è già evidente. Anche altre caratteristiche sono già visibili.

1. La prima caratteristica è la collegialità. Leone XIV è un frate, nel senso più puro del termine. Fu Priore Generale della sua Congregazione, l’Ordine di Sant’Agostino. E si sentì frate anche quando fu vescovo missionario e quando fu cardinale e Prefetto del Dicastero per i Vescovi. Si dice che andasse a mangiare alla Curia Generalizia degli Agostiniani ogni volta che poteva e che avesse visite continue e regolari con i suoi confratelli Agostiniani.

Questa collegialità sarà introdotta nell’esercizio del papato. La novità è che Papa Leone XIV non vivrà da solo nel Palazzo Apostolico, ma avrà dei cosiddetti “coinquilini”. Non si tratta di una novità assoluta. Anche Papa Benedetto XVI aveva la sua “famiglia pontificia”, composta dalle Memores Domini, quattro laiche consacrate di Comunione e Liberazione, che poi vissero con lui nel monastero Mater Ecclesiae, dopo la sua rinuncia. Anche Papa Giovanni Paolo II non ha mai avuto una casa vuota. Offriva colazioni, pranzi e cene, e si circondava sempre di persone, chiedendo il loro parere. Insomma, non si entra nel Palazzo Apostolico da soli. E non è un caso che Papa Francesco – un Gesuita, ma che ha trascorso gran parte della sua vita al di fuori della comunità gesuita – abbia deciso di non vivere nel Palazzo Apostolico per “ragioni psichiatriche”, come lui stesso ha affermato. Semplicemente non aveva una “famiglia”. Ha persino cambiato segretari più volte e si sarebbe ritrovato solo nel Palazzo Apostolico, con pochi contatti con il mondo esterno e senza amici fidati che fungessero da cassa di risonanza (o filtro). Papa Francesco era la sua cassa di risonanza, il suo filtro.

Quindi, Papa Leone XIV formerà una mini comunità di frati nel Palazzo Apostolico, un gruppo di persone di cui si può fidare e con cui confidarsi. Alcuni temono che il Papa possa essere influenzato in questo modo. La verità è che ognuno è influenzato dalle persone di cui si fida. Ma costruire una comunità, un senso di stabilità e un dialogo costante è anche un buon modo per mantenere l’autocontrollo. La comunità aiuta il Papa a proteggersi dall’impulsività del momento. La collegialità lo aiuta a ponderare le sue decisioni. Leone XIV sembra intenzionato a scegliere questa strada.

2. La seconda caratteristica è quella di incentrare tutto sul Vangelo e sull’annuncio della Parola. Leone XIV conosceva bene il mondo latinoamericano, essendovi stato prima come missionario e poi come vescovo. Ma, allo stesso tempo, dimostrò anche consapevolezza dei pericoli del mondo latinoamericano. Laddove Francesco avviava esperimenti, Leone XIV li definiva, cercando di evitare conseguenze non esattamente in linea con la fede Cattolica.

Due esempi lo illustrano. Il più recente è il telegramma, firmato dal Cardinal Parolin a nome del Papa, inviato all’Incontro dei vescovi dell’Amazzonia, tenutosi a Bogotà dal 17 al 20 agosto [QUI]. Il telegramma contiene un dettaglio, che non è passato inosservato. Il Papa invita a porre Gesù Cristo al centro, perché in questo modo si ribaltano le ingiustizie, e poi definisce come “non meno evidente” il diritto e il dovere di prendersi cura della nostra casa comune, “affinché nessuno distrugga irresponsabilmente i beni naturali che parlano della bontà e della bellezza del Creatore”. Ma, aggiunge il Papa – citando, con particolare classe, Sant’Ignazio di Loyola – l’uomo non deve sottomettersi ai beni naturali come “schiavo o adoratore della natura, poiché queste cose ci sono date per raggiungere il nostro scopo di lodare Dio e ottenere così la salvezza delle anime”. [CONTINUA]

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