La diocesi di Madrid, guidata dal cardinale Cobo Cano ha ospitato l'evento "giubilare" del GNRC (Global Network of Rainbow Catholics), che riunisce i cattolici che si riconoscono nell'ideologia LGBT e cercano di ottenere spazio e voce all'interno della Chiesa.
Nella lettera del cardinale si afferma che l'incontro si svolge «in vista del Giubileo delle persone con diversi orientamenti sessuali e delle loro famiglie, che avrà luogo a Roma all'inizio di settembre di quest'anno».
Luca Volonté (La Nuova BQ) - L'Assemblea della Rete Globale dei Cattolici Arcobaleno (GNRC) ha reso Madrid la capitale dei cristiani LGBTQI+ nei giorni scorsi (21-25 agosto) e, in questo contesto, la voce del cardinale José Cobo ha risuonato con forza e chiarezza a loro favore. In una lettera inviata alla veglia ecumenica tenutasi presso l'Eremo della Virgen del Puerto, il prelato spagnolo ha dichiarato che la Chiesa sta aprendo le porte per essere sempre più «accogliente e fraterna», per camminare nel rispetto e nella compassione. Il messaggio è stato correttamente ripreso da uno dei portali web di riferimento delle organizzazioni cristiano-ecumeniche LGBTQI+, Revista rainbow. Il portale apprezza che il cardinal Cobo abbia riconosciuto che la Chiesa ha ancora molta strada da fare nel suo rapporto con la comunità LGBTQ+, ma ha anche sottolineato la necessità di orientarsi verso nuovi approcci pastorali, «aprendo nuove porte e nuove modalità di accompagnamento». Un messaggio da tutti apprezzato perché seguito all’incontro,«caloroso e arricchente» con i rappresentanti dell'Associazione Crismhom a Madrid del 22 luglio.
Proprio grazie alle aperture del cardinale di Madrid, in questi giorni e per la prima volta questa assemblea mondiale si tiene in Spagna per chiedere che «i diritti LGBTQ siano diritti umani» e che la Chiesa non rimanga in disparte di fronte a questa realtà. I co-presidenti del GNRC, Marianne Duddy-Burke e Christopher Vella, hanno sottolineato l'urgenza di aprire percorsi di giustizia e accoglienza, mentre teologi come María Luisa Berzosa e Cristina Inogés hanno ricordato che il Vangelo ci chiama a includere coloro che sono stati storicamente emarginati, perchè «Cristo è risorto per tutti». Ovvio, ma ciò non elimina il giudizio sul bene o il male di un comportamento, sulla distorsione di una dottrina alternativa al disegno di Dio e malvagia per la crescita umana. Eppure nel ribadire le loro pretese, proprio quei gruppi pseudo-cristiani e pseudo-cattolici già dall’agosto 2022 avevano chiesto con una petizione pubblica, a Madrid come a Roma che la Chiesa cattolica chiedesse perdono per non aver sostenuto e riconosciuto come buona e felice la loro scelta di vita LGBTQI+. [CONTINUA]

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