07 luglio 2025

La nuova Chiesa di papa Leone. La fine dell'era Bergoglio


Carlo Cambi (Panorama) - «I pontefici passano, la curia resta». Il 24 maggio l'ipse dixit di Leone ha scosso il Vaticani. Segna la rinuncia all'eredità ri Jorge Mario Bergoglio da parte di Robert Francis Prevost che è stato ef è prima monsco agostinian, poi missionario infine il selezionatore dei vescovi. «Vale in ogni Chiesa particolare, per le curie vescovili», ha affermato il Papa, «e vale anche per la curia del vescovo di Roma. La curia è l'istituzione che custodisce e trasmette la memoria storica di una Chiesa, del ministero dei suoi vescovi. 

Se Francesco è stato un Papa-Re, autocratico, imprevedibile, autoritario nei modi e nella gestione, Leone XIV è l'uomo della collegialità.

Chi ha goduto dei privilegi che Bergoglio ha dispensato al suo cerchio magico oggi si trova spiazzato e cerca di riposizionarsi. È difficile però che Prevost lasci spazio ai solisti che con i migranti hanno costruito le loro carriere, che consenta fughe in avanti agli "ambasciatori" della Chiesa in uscita verso solo il Sud del mondo, che comprima l'apostolato laico come ha fatto Bergoglio dichiarando una guerra a CL, alla Compagnia delle Opere, agli ordini monastici. 

Molti dimenticano un particolare: Robert Francis prevost aveva dieci anni quando si è chiuso il Concilio Vaticano secondo. Non gli appartengono le fratture che da 60 anni incrinano l'unità della Chiesa. Ha vissuto il post-concilio prima da "missionario" in Perù e poi, per 12 anni, da priore degli Agostiniani e ha sviluppato il senso della comunità e della collegialità come professione di fede. 

Leone XIV così fa tremare alcuni pezzi della chiesa italiana. Chi sono questioni spinose aperte: i processi vaticani. [CONTINUA]

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