Franca Giansoldati (Il Messaggero) - La musica è cambiata. Al di là delle tifoserie esistenti che restano lo specchio evidente di un quadro generale pesantemente polarizzato - difficile eredità del pontificato di Bergoglio - Leone XIV con il suo proprio stile di governo pacato e riflessivo, sta delineando una salutare linea mediana. Finora ha dimostrato di avere idee ben chiare, così come le priorità da affrontare, tra cui il ripristino e il rispetto delle regole esistenti. Anche se c'è chi lo tira a destra e chi a sinistra, chi intravede in lui un continuatore congenito della linea riformista tracciata da Francesco e chi, al contrario, pensa che imporrà una salutare sterzata alla Chiesa riportandola su un solco più tradizionale, in questi primi trenta giorni di governo la bussola di Prevost non si è mai discostata dal Codice, dal magistero, dalla tradizione e dal Vaticano II. Di conseguenza per il futuro sarà difficile immaginare un percorso diverso, segnato da strappi muscolari alla dottrina o da altre novità fantasiose. Ci sarà una certa continuità con Francesco su alcuni temi (per esempio al clima, ai poveri, alle migrazioni, alla universalità) ma non sui simboli. Che poi è quello che al nuovo Papa era stato chiesto durante il conclave dai cardinali elettori, i quali gli avevano fatto notare dell'urgente bisogno di riportare unità all'interno e persino serenità in Vaticano.
Ovviamente non si tratta solo di una questione di abiti liturgici indossati, come la scelta di riprendere l'uso della mozzetta rossa e i calzoni bianchi sotto la talare. O il voler tornare a vivere nel Palazzo Apostolico, il desiderare di fare le vacanze a Castelgandolfo (stavolta a Villa Barberini), di usare auto più decorose e ridare un ruolo centrale alla Segreteria di Stato, l'organo curiale svuotato e bistrattato da Bergoglio mediante una riforma piena di anomalie giuridiche. «Il Papa ha bisogno di voi» ha detto Prevost alcuni giorni fa agli officiali della prima e della seconda sezione accompagnati dal cardinale Parolin e dal Sostituto, Pena Parra. Parole più che emblematiche.
Leone XIV, nel frattempo, ha messo in ordine l'Istituto sulla Famiglia Giovanni Paolo II, ripristinato la processione del Corpus Domini (soppressa da Francesco), riportato in auge la chiusura del mese mariano nella Grotta di Lourdes sulla sommità del Vaticano.
E ancora: ha subito dato udienza a due grandi realtà ecclesiali particolarmente maltrattate, l'Opus Dei e i Neocatecumenali.
Infine ha avviato una grande operazione di ricucitura con gli Usa e ribadito al mondo che il futuro dell'umanità passa solo attraverso la protezione della famiglia fondata da un uomo e una donna («abbiamo bisogno di alleanze coniugali»).
Non sono poi mancati appelli alla difesa della vita umana dal concepimento fino alla fine naturale. Praticamente quei valori non negoziabili che sotto Papa Francesco erano spesso finiti in secondo piano.
IL GIUBILEO DEI MOVIMENTI
Ieri al Giubileo dei Movimenti, Leone XIV ha ripetuto che le varie realtà ecclesiali nate sulla spinta conciliare sono fondamentali per dare l'idea di una Chiesa sfaccettata e unita. «Siamo un popolo in cammino in un mondo lacerato e senza pace». Un passaggio del suo discorso lo ha rivolto a tutto ciò che inquina le relazioni umane «come i fraintendimenti, i pregiudizi, le strumentalizzazioni». «Ma penso anche - con molto dolore - a quando una relazione viene infestata dalla volontà di dominare sull'altro, un atteggiamento che spesso sfocia nella violenza, come purtroppo dimostrano i numerosi e recenti casi di femminicidio» ha aggiunto.Sul tema della donna il nuovo Papa in questi trenta giorni ha offerto un significativo segnale che fa pensare che voglia continuare a nominare figure femminili ai vertici della curia: la sua prima nomina è stata una sottosegretaria canonista nel Dicastero dei Religiosi. Tuttavia è assai difficile che voglia accogliere le fortissime spinte che arrivano dalla Germania dove il vento riformista soffia prepotente con richieste esplicite per il sacerdozio femminile. Un banco di prova per Prevost sarà come riuscirà a tenere assieme le forze riformatrici con il magistero che in merito è assai chiaro: niente ordinazione anche se possono aspirare a ruoli di governo se di mezzo non c'è l'ordine sacro. Intanto una prima grana è già scoppiata.
Prevost ha dovuto accettare la rinuncia del vescovo tedesco Hanke che lascia perchè insieme ad altri tre colleghi (Oster, Voderholzer, Woelki) si è ritirato dal Synodaler Weg per protesta, a loro dire la sinodalità stando così le cose sarebbe ridotta a meccanismo decisionale di tipo parlamentare. Un ulteriore prova per Leone XIV in attesa di capire come gestirà il puzzle tedesco.
È allucinante leggere un articolo come questo. È ovvio che ogni Papa ha la sua personalità. Da sempre si dice che "un Papa bolla, l'altro sbolla". Però questo articolo sembra la classica cosa giornalistica. Tra i temi in continuità con Francesco dimentica la sinodalità chiaramente ricordata da Papa Leone. Nono è un tema che non aveva suscitato discussioni e polemiche. L'Opus Dei, Papa Leone li ha ricevuti con carità ma non ha cambiato le richieste di Francesco sugli statuti. Il Cammino neocatecumenale maltrattato da Francesco? La mia sorpresa, sapendo che la sua sensibilità era piuttosto di tipo carismatico, è stata di vedere come l'ha preso in conto seriamente e l'ha difeso. Francesco non ha nemmeno voluto pensare al presbiterato per uomini sposati e al diaconato femminile che esisteva nell'antichità, per evitare le confusioni e false speranze. È ovvio che Leone si prevede faccia lo stesso.
RispondiEliminainsomma, un titolo per attirare , un contenuto molto "magro".