06 maggio 2025

Dopo Francesco una Chiesa da ricostruire?


Andrea Gagliarducci (Korazym) - L’unica certezza dei giorni successivi alla morte di Papa Francesco è l’incertezza. Con la sua Chiesa-ospedale da campo e il suo modus gubernandi personalista, in senso politico, Papa Francesco ha lasciato molte cose poco chiare, confuse e soggette a discussione.

In una parola: il modo “francescano” di fare le cose ha creato divisione. Questa è l’eredità di Papa Francesco, che incombe sui cardinali, che si riuniranno in Conclave per eleggere il suo successore.

A livello pratico – sebbene con un potere illustrativo e implicazioni di vasta portata – i cardinali hanno già chiarito un paio di questioni significative riguardanti il Conclave: se il limite massimo di 120 elettori fosse considerato abrogato, dato che al momento ci sono 133 cardinali elettori; se il Cardinale Angelo Becciu, caduto in disgrazia, potesse votare.

Nel primo caso, era stato preparato un rescritto, mai pubblicato, che derogava alla regola. Da un lato, la Universi Dominici gregis, la Costituzione che regola il Conclave, stabilisce il limite massimo di 120 elettori, ma dall’altro spiega che tutti i cardinali formalmente creati dal Papa hanno diritto di voto in Conclave. Ciò che necessitava di essere chiarito, in altre parole, era che la legge, così come è formulata, prevede che possano essere cardinali elettori tanti cardinali quanti ne siano stati creati dal Papa, in possesso dei requisiti per la partecipazione.

Nel caso del Cardinal Becciu, la questione è più complessa. Becciu aveva rinunciato alle sue prerogative cardinalizie e comunicato la sua decisione a Papa Francesco al termine di un drammatico confronto di persona, in cui il Papa gli aveva comunicato di non avere più fiducia in lui. Era il 24 settembre 2020. Becciu non aveva mai firmato una lettera di dimissioni, ma l’accettazione delle sue dimissioni e della rinuncia ai “diritti e privilegi” della dignità cardinalizia era giunta tramite un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede quella stessa sera. 

A partire dal 2022, Becciu era stato comunque invitato dal Papa a partecipare a Concistori e a vari altri eventi pubblici. Lo aveva sempre fatto da cardinale, sedendo con tutte le insegne della sua dignità ufficiale. Il Papa gli aveva detto che avrebbe poi sistemato la questione. Lo fece in due lettere mai pubblicate, una nel 2023 e una nel 2025, entrambe firmate con una F al termine di un ricovero del Papa. Becciu, tuttavia, non era mai stato informato di quei documenti. Di fronte alle rassicurazioni del Papa e all’assenza di disposizioni scritte a suo riguardo, Becciu aveva partecipato alle prime Congregazioni generali. 

Il Camerlengo, il Cardinale Kevin Farrell, comunicò a Becciu che il defunto Papa aveva desiderato che non votasse. Becciu rispose che non era stato scritto nulla al riguardo. A quel punto – era il terzo giorno della Congregazione – il Cardinal Parolin rese note le lettere. Di fronte a un provvedimento del Papa e all’incertezza del provvedimento successivo, tutto è lasciato al prossimo Pontefice. Nessuno poteva decidere su Becciu tranne il Papa, e il Papa è morto, per ora. [CONTINUA]

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